I PFAS, o acidi perfluoroacrilici, composti chimici usati prevalentemente dall’industria, è dagli anni ’40 che vengono segnalati negli alimenti, nell’acqua potabile e nei prodotti per la casa. Il modo in cui i PFAS migrano le materie di consumo, resta ancora un mistero, il che rende difficile evitare queste sostanze dannose. Ma, uno studio ha cercato di fare luce su come, la maggior parte delle persone, entra in contatto con i perfluoroacrilici.
“Il cibo, è una delle principali fonti di esposizione ai PFAS”, afferma Holly Davies, tossicologo presso il Dipartimento della Salute dello Stato di Washington. I ricercatori, ritengono che sia il modo in cui vengono confezionati gli alimenti, a permettere il rilascio di sostanze chimiche nei prodotti di consumo. L’ ATSDR, agenzia che registra le sostanze tossiche e le malattie, ha individuato, come potenziali colpevoli, i sacchetti di popcorn, pentole antiaderenti, vernice e persino cosmetici. Inoltre, i pasti provenienti da catene di fast food e pizzerie, hanno livelli elevati di perfluoroacrilici rispetto ai pasti cucinati in casa.
Poiché, i PFAS, si accumulano nel corpo che nell’ambiente, bisogna capire cosa comportano per la nostra salute. Graham Peaslee, professore di fisica nucleare presso l’Università di Notre Dame ha affermato: “I PFAS non sono stati ampiamente studiati, ma alcuni tipi, come i PFOA e PFOS, sono conosciuti. Gli effetti sulla salute di questi due in particolare sono molto preoccupanti”. I PFOA e PFOS sono “immunotossine“, proteine artificiali che attaccano e compromettono il sistema immunitario, afferma il Dr. Peaslee. “Ciò significa che, se ci sono esposizioni ad altri agenti chimici o fattori ereditari, è più probabile che si verifichino malattie opportunistiche, inclusi tumori“.
I consumatori possono spingere le industrie alimentari a cambiare
“Siccome non esiste un livello sicuro di esposizione ai PFAS, bisogna, per quanto sia possibile, limitare l’esposizione”, afferma il Dr. Peaslee. Spiegando: “Il modo più veloce per entrare a contatto con queste sostanze e il cibo, quindi, mangiare fuori il meno possibile e adoperare imballaggi di carta, sarebbe già un buon inizio”.
Oltre a monitorare il proprio comportamento quando si va a mangiare fuori, il Dr. Peaslee, suggerisce che, il consumatore, pretendi cambiamenti nel settore alimentare. “I popcorn a microonde, in Danimarca, sono privi di PFAS dal 2014“, osserva. “Dovremmo smettere di usare prodotti con PFAS, fino a quando le industrie alimentari non passano al packaging privo di sostanze tossiche”, afferma.