Nelle ultime settimane nel Queensland, in Australia, le abbondanti piogge si sono tramutate in pericolosi alluvioni, che hanno messo a dura prova la popolazione e l’ambiente. Creando danni persino alla Grande Barriera Corallina. Alcune aree della barriera corallina, che si trovano a più di 60 km dalla costa, sono state coperte dalle acque fangose, riversate in mare dai fiumi in piena.
La Grande Barriera Corallina, situata nel Mar dei Coralli al largo delle coste del Queensland, è Patrimonio dell’Umanità. Si tratta di un ambiente ricco per quanto riguarda la biodiversità, che si estende su una superficie di 344.400 km². L’ONU definisce la Grande Barriera Corallina la “maggior biodiversità” di tutti i siti del Patrimonio Mondiale, e di “enorme importanza scientifica e intrinseca”.
Saranno a breve intrapresi degli studi per vedere quale sia effettivamente il rischio che i coralli vengano soffocati dalle pesanti acque fangose fluviali. Secondo gli scienziati, in queste settimane di alluvioni, sono stati colpiti dalle acque dei fiumi, circa 600 km di barriera corallina, nella sua parte interna, ovvero quella verso la costa australiana. L’acqua non si è dispersa nel mare, non solo per colpa della sua straordinaria portata, ma anche a causa della mancanza di vento.
Come ha affermato il dottor Frederieke Kroon, dell’Australian Institute of Marine Science, il vento e l’azione delle onde possono rapidamente disperdere l’acqua e il fango rimuovendoli da sopra il corallo. Ma di vento non ce ne è stato affatto. Inoltre l’acqua fangosa, ricca di nutrienti, ha provocato la proliferazione di alghe, trasformando l’acqua dell’oceano in una spessa cortina verde.
Jane Waterhouse, ricercatrice della James Cook University, ha dichiarato che al momento la massima preoccupazione è proprio la cortina di alghe che non lascia filtrare molta luce. “Questa luce ridotta, se persiste per molto più tempo, in alcuni potrebbe effettivamente portare ad un soffocamento del sistema della barriera corallina”.
L’unica speranza per il momento è l’arrivo del vento, che potrebbe smuovere la massa di alghe, mitigandone l’effetto dannoso. La barriera corallina è già di per se fragile in questo momento, a causa degli sbiancamenti massivi del 2016 e del 2017 , e del danneggiamento subito dai cicloni.
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