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I resti di questa lucertola potrebbero essere la prova del primo caso di “amore materno”

Gli scienziati hanno scoperto i resti di una lucertola vissuta 300 milioni di anni fa in Canada, che potrebbe costituire uno dei più antichi esempi di legame genitoriale nel mondo animale. La lucertola primitiva è stata rinvenuta dagli scienziati con la coda ancora avvolta intorno ai suoi piccoli. Potrebbe quindi essere il primo caso noto di “amore materno” nel regno animale. La famiglia di lucertole potrebbe essere morta improvvisamente in una foresta simile ad una palude nella odierna Nuova Scozia, dove la madre aveva costruito una tana per crescere i suoi cuccioli, secondo gli esperti.

La nuova specie, sconosciuta fino ad oggi, è stata chiamata Dendromaia unamakiensis. Hillary Maddin, paleontologa della Carleton University di Ottawa, ritiene che sebbene gli animali siano in tutto e per tutto riconducibili ad una specie di rettili, potrebbero essere più vicini agli umani di quanto si pensi. Questo perché da questa specie in particolare potrebbero essersi evolute a loro volta altre specie animali, culminate poi in mammiferi. Maddin ha in proposito aggiunto: “Gli animali sono stati scoperti in una posizione strana. Sembrava un comportamento protettivo, tipico di un genitore. C’erano altri piccoli rettili nella zona del ritrovamento, ma anche esemplari più grandi di creature simili ai moderni anfibi“.

 

Con la coda avvolta intorno ai suoi piccoli, questa specie di lucertola stava con ogni probabilità cercando di proteggere i propri cuccioli

Ora estinta, la Dendromaia aveva mascelle lunghe, denti molto affilati, una coda lunga, corpo e zampe molto sottili. Grazie a queste caratteristiche, erano estremamente agili e potevano cacciare agevolmente le loro prede. Gli scienziati ritengono che questi animali  siano stati una delle specie dominanti sul pianeta, prima di essere spazzati via 250 milioni di anni fa, quando l’eruzione di diversi vulcani causò una delle più grandi estinzioni di massa della storia. La dottoressa Maddin ha dichiarato: “L’adulto era probabilmente lungo circa 20 centimetri dal muso fino alla base della coda. Il livello di conservazione di entrambi gli esemplari indicano una morte molto veloce, con poco o nessuno spostamento“.

Gli animali, quindi, sono morti insieme nel luogo in cui sono stati trovati. La dottoressa Maddin ha poi aggiunto: “La posizione del piccolo nascosto sotto l’arto posteriore, circondato dalla coda dell’esemplare più grande, è molto simile a quella che alcuni animali utilizzano per proteggere i loro cuccioli. Questo comportamento è comune tra molti vertebrati odierni, come uccelli, rettili, mammiferi, pesci e anfibi“.

Nello Giuliano

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