In questo mondo frenetico, in cui la nostra vita è scandita da appuntamenti e scadenze, spesso ci capita di fare tardi, ma c’è chi del ritardo ha fatto uno stile di vita, i ritardatari cronici. Quanti di noi si sono trovati ad aspettare sempre l’amico ritardatario che non arriva mai puntuale agli appuntamenti?
Gli studi condotti su due gruppi di persone: i ritardatari ed i puntuali
Recentemente una serie di studi sono stati condotti sui ritardatari e sui loro rapporti con le persone puntuali. La ricerca, iniziata nel 2011, è stata condotta da Jeff Conte, ricercatore del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Stato di San Diego. In particolare Conte si è concentrato sul fatto che i ritardatari in un certo senso vivono tutta la loro vita in ritardo.
Conte ha dunque analizzato la relazione tra la personalità ed il rapporto con il tempo nei ritardatari. Per condurre il suo studio lo psicologo ha diviso le persone in due gruppi distinti, indicati come gruppo A e gruppo B. La divisione nei due gruppi è basata sulle ricerche dei cardiologi Meyer Friedman e Ray Rosenman.
Al gruppo A appartengono le persone che sono più organizzate ed impazienti che tendenzialmente sono più puntuali. Mentre del gruppo B fanno parte tutte le persone più confusionarie e che vivono in maniera più rilassata la loro quotidianità. Queste persone tendono a vivere con meno frenesia anche il rapporto con gli appuntamenti e le scadenze, i ritardatari appunto.
Lo studio che mette in relazione i ritardatari con la loro percezione differente del tempo
Secondo le ricerche di Conte, alla base del comportamento dei ritardatari e dei puntuali, ci sarebbe la loro diversa percezione del tempo. Le persone del gruppo A tendono a considerare il tempo come se scorresse più velocemente, per loro un minuto dura solo 58 secondo. Mentre le persone che appartengono al gruppo B hanno un senso del tempo più dilatato, per loro un minuto dura infatti ben 77 secondi.
Questa differenza di percezione fa si che i primi vivano in modo più frettoloso, mentre i secondi sono più rilassati. È come se per loro ci fosse più tempo a disposizione per portare a termine un impegno o per arrivare un appuntamento, percezione che spesso non è affatto realistica. Questo atteggiamento è conosciuto in psicologia come pianificazione fallimentare.
Nonostante questo, secondo quanto emerge dagli studi di Conte, i ritardatari presentano caratteristiche legate al successo. Sembrerebbero infatti essere più ottimisti e presentano una tendenza al multitasking, ovvero la capacità di fare più cose contemporaneamente. Sono inoltre più inclini ad essere curiosi e creativi. Riescono anche a trovare spesso soluzioni alternative e sorprendenti ai problemi che gli si pongono.
Inoltre il loro atteggiamento rilassato e la loro percezione di avere tempo per fare molte cose, li porta ad essere meno stressati. Il basso livello di stress porta ad una minore concentrazione di cortisolo nel corpo che ha come conseguenza una migliore salute.