Utilizzando il nuovo modello di riferimento Juno (JRM09), gli scienziati dell’Università di Harvard hanno rilevato che Giove ha un campo magnetico interno che cambia nel tempo. Questo fenomeno è noto come “variazione secolare” e in precedenza è stato rilevato solo sulla Terra.
I ricercatori di Stati Uniti e Regno Unito hanno creato il nuovo modello JRM09 prendendo le misure di Giove più da vicino, usando il magnetometro di Juno per misurare la forza e la direzione del campo magnetico. Questi dati potrebbero dunque essere trasformati in un’immagine tridimensionale.
Confrontando le nuove immagini fornite da Juno con i dati ricavati tra il 1973 e il 1992 utilizzando i veicoli spaziali Pioneer 10, Pioneer 11, Voyager 1 e Ulysses, i ricercatori sono stati in grado di identificare nel tempo minime variazioni nel campo magnetico. Hanno scoperto infatti che nell’arco di 45 anni ci sono stati cambiamenti sostanziali nel campo magnetico di Giove.
Lanciata nel 2011, la missione di Juno era quella di ampliare la nostra conoscenza circa gli inizi del Sistema Solare, rivelando l’origine e l’evoluzione di Giove. Dato che è il nostro esempio principale di un pianeta gigante, comprendere il campo magnetico di Giove può far luce su come i sistemi planetari si formano attorno ad altre stelle.
Il campo magnetico di un corpo planetario è descritto dalla “teoria della dinamo“. Questa suggerisce che il fluido rotante e convettore, come il ferro nella crosta terrestre, è la forza trainante del campo. Il movimento continuo del fluido fa fluire le correnti elettriche, movimento che dà origine ad un campo magnetico. Giove ha il più forte campo magnetico del Sistema Solare e la comprensione della sua “variazione secolare“, potrebbe dare indizi sulla sua struttura interna.
Una domanda importante per i ricercatori è: qual è la causa del cambiamento nel campo magnetico di Giove? Sulla Terra, si pensa che il cambiamento abbia origine nel nucleo del pianeta; tuttavia la spiegazione migliore per la variazione secolare su Giove è nei suoi venti atmosferici: questi venti si estendono fino a 3000 chilometri sulla superficie del pianeta, dove si trova il fluido metallico conduttivo. Sebbene l’origine dei venti sia ancora incerta, si ritiene che essi contribuiscano alla variazione della distribuzione del campo magnetico.
La scoperta avrà sicuramente implicazioni per lo studio del nostro sistema solare. Kimee Moore, studentessa dell’Università di Cambridge e autrice principale dello studio, afferma che in futuro gli scienziati saranno in grado di realizzare una mappa planetaria della variazione secolare di Giove e che quest’ultima scoperta potrebbe persino contribuire agli studi sul campo magnetico terrestre, che è ancora oggetto di studi approfonditi.
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