Circa 300 milioni di anni fa, dove oggi si trovano pietre roventi infuocate dal sole, in Namibia, vi erano degli enormi ghiacciai, talmente imponenti e con un flusso di ghiaccio tale, da far invidia all’Antartide. A quel tempo il Sud Africa era unito al Sud America e la regione era coperta di ghiaccio.
Questo è quello che emerge dallo studio dei geologi Graham Andrews e Sarah Brown, dell’università statunitense della West Virginia. Ai due ricercatori è sembrato subito chiaro che la regione della Namibia avesse un origine glaciale. Hanno infatti subito notato le ripide e lunghe colline, ovvero i dossi morenici della Namibia. Anche se è subito stato chiaro che la regione è nata tra i ghiacci, i due ricercatori hanno osservato che mai era stata fatta una ricerca su questo argomento.
I geologi hanno quindi deciso di approfondire la questione ed hanno analizzato la forma e le dimensioni dei dossi morenici. Il primo passo che si rendeva necessario, era quello di capire se fossero stati creati da un ghiacciaio in crescita o da un ghiacciaio ancora più antico che si stava ritirando. Sono riusciti ad avere questa risposta, analizzando dapprima le immagini e i dati di Google Earth.
È così che hanno scoperto le lunghe scanalature tra le rocce della Namibia. Questi solchi sarebbero stati scavati e modellati dai ghiacci che 300 milioni di anni fa, si muovevano velocemente, nel paesaggio vulcanico della ragione, aprendosi la strada tra le rocce.
Il ghiacciaio si stava quindi ritirando, e velocemente (circa 800 metri ogni anno), svuotando l’intera calotta glaciale che, nel tardo paleozoico, ricopriva la zona. I due ricercatori hanno dedotto che l’immenso flusso di ghiaccio si mosse verso Nord-Ovest, riversando le sue acque di scioglimento in quello che all’epoca era un ambiente marino superficiale, e che oggi è il Brasile.
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