Il DNA può essere hackerato: lo scenario inquietante che preoccupa gli scienziati

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I ricercatori lanciano un avvertimento: la cyber-biosicurezza è in ritardo rispetto ai progressi nella genomica di nuova generazione. Secondo lo studio “Challenges in Next-Generation Cyber-Biosecurity”, il sequenziamento genetico è ora esposto a rischi informatici concreti, inclusi furti di dati, infezioni da malware e persino sabotaggio biologico.

Perché il DNA è vulnerabile

Le moderne tecnologie di sequenziamento del genoma combinano biologia e informatica, rendendo il processo esposto a minacce in ogni fase:

  • Preparazione del campione
  • Sequenziamento
  • Analisi bioinformatica
  • Archiviazione nel cloud

L’uso sempre più diffuso in ambiti come medicina personalizzata, test genetici e diagnosi precoce ha superato lo sviluppo di protocolli di sicurezza adeguati.

“La violazione dei dati genomici è molto più grave di una comune fuga di dati”, spiega la Dott.ssa Mahreen-Ul-Hassan, coautrice dello studio. Queste informazioni sono profondamente personali e possono essere sfruttate per scopi malevoli.

Hackerare il DNA è già possibile

Una delle minacce più inquietanti? Il DNA può essere programmato per trasportare codice maligno. Non è solo una teoria: esperimenti hanno dimostrato che è possibile.

Inoltre, i dati genomici “anonimizzati” possono essere facilmente de-anonimizzati: bastano brevi sequenze ripetute (STR) e database genealogici pubblici per risalire all’identità di una persona.

Le conseguenze: frodi, ricatti e manipolazioni

Le implicazioni di questi attacchi sono gravi:

  • Ricatti e violazioni della privacy
  • Discriminazione genetica
  • Frodi sanitarie e assicurative
  • Manipolazione delle diagnosi mediche

I software di analisi genetica sono particolarmente esposti: un malware potrebbe alterare i risultati in modo invisibile ma devastante, finendo nei database clinici senza essere rilevato.

L’IA può peggiorare la situazione

Anche l’intelligenza artificiale può contribuire a raffinare gli attacchi. I sistemi AI potrebbero:

  • Simulare richieste di sintesi del DNA
  • Individuare vulnerabilità nei software bioinformatici
  • Produrre malware su misura per alterare i dati genetici

Serve una nuova sicurezza per il genoma

Lo studio si conclude con un appello urgente: è necessario sviluppare nuove strategie di cyber-sicurezza biologica, capaci di proteggere il nostro patrimonio genetico in un’epoca in cui biologia e tecnologia si fondono sempre più.

Foto di Miroslaw Miras da Pixabay

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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