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Il mistero dell’uranio di Hitler si infittisce sempre di più

Dei campioni di uranio risalenti al periodo nazista sono arrivati a due ricercatori dell’Università del Maryland negli Stati Uniti nel 2013, 68 anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il cubo di materiale fissile dalla forma perfetta e sorprendentemente pesante è solo uno dei 659 cubi di uranio che si ritiene siano appartenuti ai nazisti. I ricercatori si chiedono però dove siano finiti i restanti cubi. Il professor Timothy Koeth, che ha studiato il cubo di uranio, racconta di essere rimasto sorpreso quando si è trovato tra le mani la reliquia.

Ero stordito. Non avevo parole. Ma una volta superato lo shock iniziale, le domande di natura scientifica su quell’oggetto hanno preso il sopravvento sullo stupore“, dice il professor Koeth; “come facciamo a sapere che è reale, da dove viene e qual è stato il suo percorso fino a noi?”. Il cubo è arrivato nell’ufficio del professor Koeth con allegata una nota misteriosa, che diceva: “Preso dal reattore che Hitler ha cercato di costruire. Dono di Ninninger“.

 

L’origine del Progetto Manhattan

Nel 1945, una missione speciale guidata dalle forze alleate recuperò 659 cubi di uranio da un campo vicino alla città tedesca di Haigerloch. Lo stesso anno, questo materiale, impiegato come carburante per i reattori nucleari, è tornato negli Stati Uniti, facendo perdere per molti anni le proprie tracce. Secondo il professor Koeth, i cubi di uranio facevano parte di un programma nucleare tedesco, poi fallito. Ma nonostante il suo fallimento, il programma sarebbe stato d’impulso al Progetto Manhattan, che alla fine portò alla creazione della bomba atomica.

Lo scienziato ha detto: “Questo cubo rappresenta l’origine dell’intero Progetto Manhattan e dell’era atomica, con tutte le conseguenze che questo ha avuto da quel momento“. Per verificare l’autenticità del cubo, il professor Koeth ha analizzato il blocco di uranio con uno spettrometro a raggi gamma ad alta risoluzione. La macchina ha identificato il cubo in base ai segni di isotopi radioattivi, emessi in condizioni normali dall’uranio fissile.

 

Il mistero, però, resta più vivo che mai

Se fosse stato un falso, il cubo sarebbe stato con ogni probabilità costituito da uranio impoverito, sottoprodotto della fissione nucleare e perciò molto più semplice da reperire. L’analisi del professor Koeth ha mostrato che il cubo nazista non è mai stato usato in un reattore nucleare, dimostrando così l’autenticità dello straordinario oggetto.

Ma la domanda principale resta la seguente: cosa è successo agli altri cubi di uranio sottratti ai nazisti alla fine della guerra? Il professor Koeth e i suoi collaboratori hanno scoperto che il loro cubo è appartenuto ad un certo Robert D. Ninninger di Rockville, nel Maryland, che aveva lavorato al Progetto Manhattan, ma per il momento resta un vero e proprio mistero l’ubicazione dei restanti cubi, che costituiscono i progenitori della moderna tecnologia nucleare.

Nello Giuliano

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