Un team di scienziati britannici, presso il Culham Centre for Fusion Energy, stanno lavorando ad un particolare progetto denominato “JET“. L’esperimento è a sua volta pioniere per un altro importante progetto, chiamato ITER, che prevede la realizzazione di un reattore a fusione nucleare nel sud della Francia. In questo modo, si intende dimostrare l’applicabilità della fusione come fonte di produzione di energia a livello commerciale.
Una startup australiana chiamata HB11 afferma infatti di aver perfezionato un metodo che potrebbe rivoluzionare l’attuale tecnologia di fusione nucleare con il vantaggio non trascurabile di creare energia atomica senza nessuno dei rischi associati alle centrali nucleari tradizionali. Tuttavia, la Gran Bretagna potrebbe aver deciso di abbandonare il progetto e in questo modo creando un gap finanziario non indifferente, dato che JET è parzialmente finanziato con denaro dell’UE. JET è attualmente l’unico esperimento in grado di operare con la miscela di carburante al deuterio-trizio, che verrà utilizzata per la fusione.
Infatti, in un aggiornamento pubblicato sul sito web di ITER il 31 gennaio, giorno in cui il Regno Unito ha abbandonato l’Unione Europea, si legge: “Il Regno Unito si è formalmente ritirato dall’Unione europea e quindi anche da Euratom, ma ha espresso forte interesse a continuare a partecipare al progetto ITER. I termini di questa nuova relazione saranno negoziati durante il periodo di transizione e fino a quando non verrà raggiunto un nuovo accordo, il Consiglio ITER ha concordato che i contratti esistenti, sia con il personale che con i fornitori, saranno onorati“.
Euroatom fu istituito ai sensi del Trattato Europeo il 25 marzo 1957, con lo scopo di creare un mercato specializzato per l’energia nucleare in Europa, e nonostante sia di fatto “costola” dell’UE, è legalmente distinto da essa e quindi non sottostà al controllo regolamentare del Parlamento europeo. Nel frattempo il governo del Regno Unito ha fornito 220 milioni di sterline per sviluppare un propulsore a fusione interamente “made in UK”, chiamato STEP, potenzialmente in grado di funzionare entro il 2040.
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