Delle impronte fossili umane sono state ritrovate sul fondo di un lago prosciugato in New Mexico. Le impronte, risalenti a circa 10.000 anni fa, rivelano la scena dettagliata che si svolse in quel luogo all’epoca.
Impronte fossili di un bambino nel regno dei mammut
In quello che allora era un terreno fangoso frequentato da tigri dai denti a sciabola, bradipi giganti e mammut, camminavano 10.000 anni fa una piccola donna adulta o un’adolescente, con un bambino al seguito. Sembra che la donna abbia percorso quasi due chilometri con il bimbo e che poi sia tornata indietro senza di lui, forse dopo averlo consegnato a destinazione.
Queste impronte fossili rivelano quello che ad ora è il percorso più lungo conosciuto delle prime impronte umane. Questa scoperta è avvenuta nel White Sands National Park e ora lo studio e l’analisi di queste tracce potranno aiutarci a comprendere i nostri antenati dell’era glaciale.
Come afferma Sally Reynolds, docente di paleoecologia presso l’Università di Bournemouth nel Regno Unito e coautrice di questo studio: “questa ricerca è importante per aiutarci a comprendere i nostri antenati umani, come vivevano, le loro somiglianze e differenze. Possiamo metterci nei panni, o nelle impronte, di questa persona e immaginare come poteva essere condurre un bambino da un braccio all’altro mentre si camminava su un terreno accidentato circondato da animali potenzialmente pericolosi”.
Il ritrovamento nel White Sands National Park in New Mexico
Un team internazionale di ricerca, in collaborazione con il National Park Service, ha effettuato la scoperta delle impronte fossili nel fondale di un lago ormai prosciugato al cui interno si trovano molte altre impronte risalenti tra 11.550 e 13.000 anni fa. Prosciugandosi il fondo del lago ha conservato queste tracce per migliaia di anni.
Le piccole impronte fossili appaiono lungo le rive dell’antico lago Otero e sono quelle del bimbo, che si ritiene abbia avuto meno di 3 anni, che viaggiò con la sua accompagnatrice misteriosa in questo luogo impervio. La donna è tornata indietro dopo poche ore sullo stesso percorso, ma il ritorno mostra solo le impronte della donna, e dalla loro forma è chiaro che non lo aveva in braccio. Dunque il ritorno è stato solitario.
Nel loro insieme, le impronte raccontano la storia di un viaggio faticoso ed ogni traccia mostra incredibili dettagli. Il ritmo del passo, i punti in cui uno dei due è scivolato, il percorso per evitare ostacoli e pozzanghere, tutto impresso nel terreno per 10.000 anni.
Il White Sands National Park si conferma dunque custode di un tesoro di impronte umane e animali fossilizzate, che registrano e mostrano incredibili dettagli, come gli effetti del peso e dello slancio dell’animale. Questo permette di comprendere la biomeccanica della fauna estinta e dei nostri ancestrali progenitori.
Ph, Crdit: White Sands National Park – National Park Services