La stagione secca non è ancora arrivata eppure l’Amazzonia sta già bruciando. Numerosi incendi stanno devastando la foresta pluviale amazzonica in Brasile. Le immagini satellitari di giugno mostrano migliaia di focolari diversi che si scatenano con tutta forza distruggendo grandi aree verdi. Secondo gli esperti, il disastro è già annunciato, un disastro che potrebbe ripetere e superare il record dell’anno scorso.
Secondo l’agenzia di ricerca spaziale del governo brasiliano, l’ente che normalmente studia l’andamento degli incendi, ha evidenziato come nel solo mese di giugno ci siano stati 2.248 incendi. Si tratta di un aumento del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso quando erano 1.880. Si trattava già di un record negativo allora, questo è il peggiore.
Se per ora tralasciamo il problema ambientale che questo comporta, ce n’è un altro con cui la popolazione brasiliana dovrà fare i conti. Il fumo prodotto da questi incendi può causare problemi respiratori in un momento in cui c’è una pandemia che colpisce proprio i polmoni.
Le parole rilasciate da un portavoce di Greenpeace del Regno Unito: “Questi incendi non sono un caso. Il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, non ha fatto nulla per scoraggiare gli allevatori e i land grabber a smettere di disboscare l’Amazzonia. Nonostante la pandemia di Covid-19, la deforestazione è aumentata vertiginosamente e ora vediamo degli incendi deliberatamente accesi per liberare quella terra per l’agricoltura industriale. Questo è solo l’inizio. Nei prossimi mesi, a meno che non assistiamo a un forte intervento, è probabile che gli incendi aumentino e inghiottano vaste aree forestali, mettendo in pericolo la vita delle popolazioni indigene, della fauna selvatica e peggiorando la crisi climatica a livello globale.”
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