Mentre la crisi degli incendi in Australia continua senza sosta, si sono levate enormi colonne di fumo che coprono un’area maggiore di quella dell’intera Europa, mentre i ghiacciai della vicina Nuova Zelanda sono stati anneriti dalla fuliggine dei roghi. Nel frattempo, quasi 500.000.000 di animali sono morti, mentre il bilancio delle vittime umane è salito ad almeno 17. Gli esperti hanno avvertito di una crisi umanitaria che incombe sul paese, alimentando l’astio contro il governo del Primo Ministro Scott Morrison.
Questo mercoledì, gli esperti hanno inoltre notato che un enorme colonna di fumo ha iniziato ad espandersi fino a quasi 6 milioni di chilometri quadrati, incombendo sull’Oceano Pacifico e dirigendosi verso la Nuova Zelanda. Antti Lipponen, ricercatore presso l’Istituto meteorologico finlandese, ha scritto in un tweet che questa coltre di fumo è ben quattro volte più grande dell’Alaska, 14 volte più grande del Giappone e approssimativamente uguale alla distanza tra Islanda e Turchia.
La già serissima situazione ambientale è stata alimentata da una combinazione di venti molto forti e ondate di calore, che hanno interessato soprattutto le zone delle praterie, già estremamente secche. Gli incendi in Australia sono diventati così grandi che le nubi di fumo stanno iniziando a generare una sorta di clima proprio, formando addirittura dei temporali, secondo il Bureau of Meteorology di Victoria. La furia delle fiamme poi ha raggiunto anche il centro abitato di Mallacoota, dove i residenti sono fuggiti con le loro imbarcazioni mentre l’incendio minacciava le loro case.
Nel frattempo, gli ecologisti sono in allarme circa l’enorme tragedia per la fauna selvatica: si stima infatti che siano stati uccisi quasi 500 milioni di animali tra mammiferi, rettili e uccelli, tra cui 8.000 koala. Quest’ecatombe rischia di cambiare per sempre l’equilibrio di intere specie di animali e piante. Insieme agli incendi, le persistenti condizioni di aridità a causa di un lungo periodo di siccità hanno messo in ginocchio le economie locali e in particolare gli agricoltori.
Il governo australiano, guidato dal primo ministro Scott Morrison, è stato duramente attaccato dalla popolazione ed accusato di aver sempre negato la realtà dei cambiamenti climatici, nonostante la sua recente ammissione che il cambiamento delle condizioni climatiche ha avuto un ruolo decisivo nella crisi. Il governo è stato accusato di aver sempre disertato e trascurato i vertici governativi sui cambiamenti climatici e di aver disatteso i suoi obblighi relativamente agli accordi di Parigi del 2015, facendo ben poco per limitare le emissioni imputate alle industrie del paese, anche e soprattutto in qualità esportatore numero uno al mondo di carbone e gas naturale.
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