Ormai tutti sapranno che buona parte della foresta pluviale amazzonica è attualmente in fiamme. Un numero impressionante di incendi, quasi 10.000 scoppiati in appena due settimane, stanno devastando il principale polmone verde di questo nostro piccolo mondo. Piccolo in quanto allo stato attuale delle cose anche dei piccoli problemi possono influire su tutta l’umanità. Queste fiamme che divorano alberi non sono affatto un piccolo problema, sono un enorme problema eppure uno dei paesi di quell’area sembra fare spallucce a tutto questo.
L’Amazzonia si estende per diverse nazioni e tra queste c’è il Brasile. La maggior parte dei focolari sono scoppiati all’interno dei confini di quest’ultimo e il perché è presto detto, sono dolosi. Non sono dolosi tanto per il gusto di fare del male alla Terra, ma lo sono perché i contadini hanno bisogno di spazio per campi e pascoli adibiti all’allevamento intensivo. Una scelta che per certi versi si può giustificare, ma che sta venendo gestita malissimo e a pagarne saremo tutti noi.
L’Amazzonia in fiamme e l’indifferenza del Brasile
Paesi come la Francia e la Germania si sono offerti di aiutare il paese sudamericano nell’affrontare tale emergenza. Per tutta risposta il Brasile, tramite la voce del presidente Bolsorano, ha accusato questi paesi di colonialismo e ha sminuito l’entità dei danni, la gravità degli incidenti; sta negando l’evidenza.
L’ecosistema globale è in bilico, gli equilibri si stanno via via assottigliando e un danno del genere potrebbe portare ad uno squilibrio distruttivo. Nonostante questo il Brasile tira dritto per la sua strada. Vero, per buona parte dell’800 e per il tutto il 900 i cosiddetti paesi del primo mondo hanno fatto di tutto e di più al pianeta. Forse lo si è capito troppo tardi, ma almeno sono state prese delle contromisure.
Giustamente, almeno in una certa ottica, i paesi che hanno iniziato uno sviluppo più tardivo vogliono poter fare quello che l’Europa o gli Stati Uniti hanno fatto in passato, ma non si può, il pianeta non può sopportarlo. Risulta comunque difficile puntare il dito contro il Brasile e contro il presidente Bolsonaro in quanto stanno cercando di fare il meglio per il proprio paese e risulta ancora più difficile accusarli dopo che anche gli Stati uniti hanno dimostrato di stare stretti nelle regole non ufficiali per la salvaguardi del mondo come l’Accordo di Parigi. In questo condizioni sarà difficile immaginare come sarà il mondo tra 10 anni.