La riserva di carbonio della Terra è stata analizzata grazie al progetto Deep Carbon Observatory (DCO), nel quale gli scienziati hanno valutato per 10 anni i serbatoi dell’elemento chimico. In altre parole, hanno scoperto dove si trova il carbonio, in quale forma e come si sposta attraverso il sistema terrestre. “Lo studio è partito dalla consapevolezza che gran parte della riserva di carbonio, interessante per il cambiamento climatico, è solo una frazione del carbonio del nostro pianeta. Più del 90% di esso è in realtà nella crosta terrestre, nel mantello e nel nucleo “, ha affermato la prof.ssa Marie Edmonds dell’Università di Cambridge.
E’ stato un processo scrupoloso, che ha incluso il monitoraggio delle emissioni di gas dai principali vulcani e l’esame dei fanghi di acque profonde. In collaborazione con l’Università di Sydney, il DCO, ha ricostruito la storia della tettonica a zolle, rivelando che il bilancio del carbonio del pianeta, degli ultimi miliardi di anni, è stato relativamente stabile. Di tanto in tanto, tuttavia, ci sono state eventi catastrofici in questo ciclo. Questi eventi, erano il risultato di impatti di asteroidi o di un vulcanismo prolungato su larga scala, che immetteva nell’atmosfera quantità notevoli di anidride carbonica, portando al riscaldamento climatico, oceani acidificati e persino estinzioni di massa.
Il sospetto è che ora siamo in un’altro di questi grandi eventi. Negli ultimi 100 anni, le emissioni di carbonio prodotte da attività umane, come la combustione di combustibili fossili, sono state da 40 a 100 volte maggiori delle emissioni geologiche di carbonio del nostro pianeta. “È davvero preoccupante che la quantità di anidride carbonica che stiamo emettendo, in un breve periodo di tempo, è molto vicina a quella di quegli eventi catastrofici”, ha affermato la dott.ssa Celina Suarez dell’Università dell’Arkansas.
Tutto questo può sembrare deprimente, ma ci sono alcune notizie positive nel nuovo studio. Nel tentativo di misurare la quantità di carbonio emesso dai vulcani, gli scienziati del DCO hanno scoperto che le eruzioni sono molto spesso precedute da impennate nello scarico di gas.
“L’inserimento di sensori ad altissima risoluzione sui bordi dei crateri, ci ha permesso di vedere cambiamenti di scala temporale molto brevi nel flusso di CO2“, ha spiegato il prof. Edmonds. “Il flusso è aumentato drammaticamente nei giorni e nelle settimane precedenti alle eruzioni. Pensiamo che ciò rappresenti una grande speranza per le previsioni di eruzioni vulcaniche e terremoti“. Il DCO ha pubblicato i suoi risultati in numerosi articoli sulla rivista scientifica Elements.
Chi dice che il giorno di Natale non sia adatto per fare shopping? Su Amazon sono comparse una serie di…
Le festività natalizie portano gioia e condivisione, ma anche momenti potenzialmente difficili: regali indesiderati, tensioni familiari e organizzazione della cena…
L'orologio circadiano è un sistema biologico interno che regola numerosi processi fisiologici nell'arco di 24 ore, adattando il corpo ai…
L'attenzione del pubblico è fortemente mirata verso Apple Intelligence, l'intelligenza artificiale secondo l'azienda di Cupertino dovrebbe davvero riservare non poche sorprese, puntando…
Dopo il lockdown, il sistema immunitario della popolazione sembra aver sviluppato una risposta più intensa a virus e batteri. Questo…
X cambia radicalmente tutto ciò che ruota attorno alla privacy e alle funzioni di blocco, fino ad ora, come era giusto pensarlo…