Foto di Myriams-Fotos da Pixabay
Oltre 10 milioni di italiani sono stati colpiti dall’influenza da ottobre finora. Tuttavia la diffusione non sembra fermarsi, come accadeva negli scorsi anni. Questo porta a chiederci il perché quest’anno l’influenza duri cosi tanto, partendo proprio dai sintomi. Febbre, mal di gola e raffreddore sono sintomi comuni a tutte le infezioni respiratorie. L’influenza generalmente è caratterizzata da dolori muscolari, spossatezza, mal di testa e inappetenza.
La febbre rimane abbastanza alta per almeno cinque giorni a differenza di altre malattie respiratorie che si abbassa più velocemente. Quindi l’influenza è qualcosa da non sottovalutare e di cui preoccuparsi ed ecco perché è bene vaccinarsi in tempo. Inoltre questo porta a chiederci se i sintomi di questa condizione rimangono sempre gli stessi o possono cambiare di anno in anno?
La maggiore virulenza può essere dovuta alla circolazione di virus più aggressivi ma molto dipende dall’immunità individuale, da come l’organismo risponde. Secondo gli infettivologi, i due anni di pandemia, accompagnati dall’uso obbligatorio di mascherina e isolamento, ci hanno tenuti sotto una sorta di campana protettiva dalle infezioni. La memoria immunitaria, ossia la capacità del corpo di rispondere a infezioni già sperimentate e di cui si ha un ricordo, si è addormentata e dunque il ritorno di ospiti stagionali ci ha colto di sorpresa.
I dolori intestinali non sono caratteristici dell’influenza, che si contrae attraverso il respiro, ma possono aggiungersi alla sintomatologia di base così come la congiuntivite. Solitamente gli antibiotici combattono i batteri non i virus, quindi al limite che l’influenza non abbia complicanze, prendere questi farmaci non è necessario. Tuttavia è sempre bene consultare il proprio medico e sarà lui a decidere. Fra malattia e convalescenza la durata è di 7-10 giorni. Non affrettare il ritorno alle attività. Riguardarsi, bere molto, mangiare cibi liquidi, stare al caldo, riposo, non illudersi che sia finita quando passa la febbre.
L’incidenza dei casi di sindromi influenzali in Italia è stabile da circa 3 settimane e viene considerata bassa con 8 contagi ogni mille assistiti. Si calcola che finora ne siano stati colpiti 10 milioni di cittadini dal mese di ottobre. Ad ammalarsi di più sono i bambini. Di solito il picco dei casi si concentra tra gennaio e febbraio. Stavolta la massima incidenza è stata raggiunta a dicembre 2022 e da allora la curva epidemica si è andata abbassando. A febbraio però si è stabilizzata e non sta calando, seppure mantenendosi nella fascia corrispondente alla bassa intensità.
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