Secondo una recente revisione pubblicata su Brain Medicine, l’esposizione agli inquinanti atmosferici durante le fasi cruciali dello sviluppo, come la gravidanza e la prima infanzia, potrebbe aumentare il rischio di sviluppare disturbi neurologici, incluso l’autismo.
Gli scienziati hanno individuato diversi processi biologici attraverso i quali gli inquinanti, come il particolato fine (PM2,5) e gli ossidi di azoto (NOx), possono compromettere il normale sviluppo del cervello:
– Stress nitrosativo e ossidativo: L’ossido nitrico e altri composti reattivi possono danneggiare le cellule cerebrali in formazione.
– Neuroinfiammazione: L’inquinamento attiva processi infiammatori che interferiscono con il normale sviluppo neuronale.
– Interferenze epigenetiche: Gli inquinanti possono modificare l’espressione genica senza alterare il DNA stesso, influenzando la predisposizione a disturbi neurologici.
– Alterazioni del sistema endocrino: L’inquinamento può interferire con gli ormoni coinvolti nello sviluppo fetale.
Particolarmente preoccupante è la capacità delle particelle PM2,5 di attraversare la placenta e raggiungere il feto, influenzando direttamente il cervelloin formazione. Questa scoperta evidenzia l’importanza di proteggere le donne incinte dall’esposizione a inquinanti atmosferici, specialmente nelle aree urbane densamente popolate.
Lo studio sottolinea un’importante interazione tra fattori genetici e ambientali: i soggetti con una predisposizione genetica all’autismo potrebbero essere particolarmente vulnerabili agli effetti negativi dell’inquinamento.
Questa ricerca apre nuove strade per comprendere le cause complesse del disturbo dello spettro autistico e sottolinea l’importanza di politiche ambientali più rigorose per ridurre l’inquinamento atmosferico, proteggendo le fasce più vulnerabili della popolazione.
Mentre è necessario approfondire le ricerche per confermare questi risultati, le evidenze attuali rafforzano l’importanza di limitare l’esposizione agli inquinanti atmosferici, soprattutto durante la gravidanza. Investire nella qualità dell’aria non è solo una questione ambientale, ma anche un investimento nella salute futura delle generazioni a venire.
Foto di Peter Burdon su Unsplash
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