Un problema che ormai salta fuori ad ogni lungo periodo di mancanza di pioggia è l’inquinamento dell’aria delle nostre città. Spesso l’analisi dell’aria da parte delle centraline preposte porta alla luce la presenza del PM10, ma soprattutto di come sia eccessiva. Uno studio, condotto da un team di tre persone tra cui Fabrizio Pini, che ha preso in esame proprio il monitoraggio di queste particelle tra il 2006 e il 2017 a Roma ha sottolineato l’andamento di tale inquinamento anche con la diminuzione della presenza di veicoli particolari.
La maggior parte dei veicoli si muovano grazie alla presenza di un motore a combustione il quale favorisce proprio la presenza di tale elementi. Una particolarità è il fatto che l’altezza di emissione è di circa 3 metri il quale risulta dannoso per la salute umana; per fare una comparazione, i sistemi di riscaldamento delle case che comunque producono PM10 scaricano il tutto oltre i 10 metri di altezza quindi riducendo l’effetto sull’uomo.
Il miglioramento
Rispetto agli anni passati in realtà la situazione sembra essere migliorata e le motivazioni sono diverse. Tra queste c’è il fatto che sono aumentate le auto elettriche in circolazione così come quelle ibride o comunque alimentate da altre sostanze diverse dalla benzina; nello stesso modo abbiano anche una diminuzione delle auto a GPL e questo cambiamento sta avendo un effetto maggiore sulla qualità dell’aria. Nonostante questo i rischi per la salute sono molti e i principali effetti sono riscontrabili nell‘insufficienza cardiaca, ma anche nell’insorgenza della tubercolosi.
La speranza dello studio era di riuscire a scoprire se sia possibile prevedere in modo definitivo il numero di giorni di superamento della soglia relativa al PM10 grazie alla previsione dei giorni di pioggia, ma non è sempre possibile. In ogni caso però è stato sottolineato come sta avvenendo un miglioramento grazie alla diminuzione di veicoli che sfruttano la benzina e anche al miglioramento dell’efficienza di quelli che invece la usano.