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Negli ultimi anni si è sempre più spesso sentito parlare di insetti come fonte di nutrimento per l’uomo. Si tratterebbe di un’alternativa per alcuni tanto orrida quanto però salutare e con un basso impatto sull’ambiente. Se da un lato però un possibile futuro con alimenti derivati da tali organismi a tavolo è messo in ombra da carne finta o simili, la scienza ci dice ancora una volta che sarebbe la strada giusta.
L’esempio più concreto che viene fatto è quello della quantità di spazio che viene usata per produrre un chilogrammo di proteine commestibili dagli insetti rispetto ad altre fonti. Se per arrivare a tale risultato con i vermi della farina ci vogliono 2 chilogrammi di cibo, con il manzo ci vorrebbero 10 volte tale quantità Se invece guardiamo all’impatto ambientale diretto, c’è una produzione di gas serra 18 volte maggiore.
La scienza però di recente ha voluto sottolineare un altro aspetto importante dietro a una dieta a base di insetti. Come tutta la produzione umana, il risultato finale porta anche a dei sottoprodotti. In questo caso si parla di esuvie di insetti ed escrementi. La trasformazione di entrambi può dare vita a una nuova generazione di fertilizzanti e pesticidi con un effetto positivo sulle piante utilizzante. Le esuvie sono di fatto l’esoscheletro lasciato indietro dopo la muta e contiene la chitina che appunto aiuta le piante a crescere.
L’ostacolo più grande dietro al mangiare insetti è ovviamente l’impressione. Nel mondo occidentale difficilmente un futuro del genere sembra possibile, soprattutto in paesi come il nostro la cui alimentazione è una fonte di orgoglio, eppure un giorno ci sarà bisogno di adattarsi.
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