L’Intelligenza Artificiale, unitamente alle relativamente nuove tecnologie di visualizzazione tridimensionale in prima persona fornita dalle recenti implementazioni della Virtual Reality e dell’Augmented Reality costituiranno, di fatto, il passo necessario per un progresso atteso ormai da decenni e che potrebbe portare, ed anzi di fatto lo sta già facendo, a compiere opere mastodontiche in campo medico, ingegneristico e, perché no, anche delle grandi opere incompiute.
In relazione a quest’ultimo fatto, l’Intelligenza Artificiale si è fatta carico di rispolverare uno di grandi classici incompiuto della musica classica proveniente dal genio musicale di Johan Sebastian Bach, la cui Arte della fuga rimase incompiuta a causa della sua prematura dipartita. Un gruppo di ricercatori appartenenti alle file dell’Università di Washington, pertanto, ha pensato di adoperare le nuove frontiere della tecnologia IA per ricomporre la struttura musicale del brando completandolo secondo uno schema logico risolto da un algoritmo software applicato a MusicNet, una piattaforma creata ad hoc per anticipare e completare il profilo musicale dei brani postumi rimasti bloccati nel tempo.
Ben 330 composizioni musicali appartenenti al genere della musica classica sono state prese in esame da esperti del settore, i quali hanno avuto l’incarico di scandire i tempi per ogni nota musicale, identificare gli strumenti e le posizoni in pentagramma che, successiavmente, sono passati nelle mani dell’Intelligenza Artificiale MusicNet.
Siamo interessati a capire ciò che rende la musica attraente, come capire meglio una composizione o l’essenza di ciò che rende il suono di Bach riconoscibile.. MusicNet può anche essere d’aiuto nel tradurre una performance dal vivo in una partitura scritta
Questo quanto riferito da Sham Kakade, professore di informatica, ingegneria e statistica presso la prestigiosa Università di Washington. Stando ai ricercatori, inoltre, l’intelligenza artificiale così programmata può rendersi in grado di carpire i gusti musicali dell’interlocutore e, in diretta conseguenza, farsi carico di suggerire brani ad hoc (cosa peraltro già implementata a bordo di soluzioni software di streaming musicale come Spotify) e risultare come valido supporto a musicisti che già si servono di strumentazione musicale per la composizione dei loro brani.
Sicuramente non è la prima volta che assistiamo all’implementazione dell’IA digitale nel campo della musica. Ricorderete, infatti, che molto recentemente Google si è proposta la composizione digitale automatica di un brano legato al tema del Natale. Musica composta direttamente dalla sua intelligenza artificiale a reti neurali che, nell’occasione, aveva creato un brano di 90 secondi davvero notevole.
Che cosa ne pensi a proposito di queste nuove tecnologie e, all’atto pratico, per quali altri scopi estrinseci all’ambito musicale potrebbero essere utilmente impiegati? Sei interessato a questo nuovo livello di progresso tecnologico? Facci sapere che cosa ne pensi personalmente al riguardo.
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