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ISS: l’agenzia spaziale russa scopre forme di vita sulla superficie della stazione spaziale

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I test sulla superficie della Stazione Spaziale Internazionale hanno già suggerito che micrometeoriti e polvere di cometa che cadono sull’orbita bassa della Terra potrebbero contenere forme di vita aliene o extraterrestre. Ora, dopo aver studiato campioni di polvere raccolti presso l’ISS, gli scienziati russi hanno informato l’agenzia di stampa Tass sul loro progresso negli studi. Secondo l’agenzia spaziale russa Roscosmos, c’è ragione di credere che ci siano forme di vita microbiche e interamente extraterrestre sulla superficie della ISS.

I micrometeoriti e polvere di comete che si attaccano alla superficie ISS possono contenere sostanze biogene di origine extraterrestre nella loro forma naturale“, ha detto Roscosmos in una dichiarazione. Gli astronauti russi hanno raccolto 19 campioni di polvere dalla zona in questione durante le spedizioni spaziali condotte dal 2010 per una serie di esperimenti chiamati ‘Test’. I precedenti esperimenti di laboratorio effettuati con i campioni hanno portato al sospetto che la polvere presente sulla superficie della ISS potrebbe contenere ‘biomateriali’ di origine extraterrestre o aliena.

Tuttavia, gli analisti dovrebbero condurre test più esaurienti e precisi prima di confermare che le sospette “sostanze biogene” si riferiscono a microbi di origine extraterrestre. Anche i russi hanno espresso la convinzione che un’analisi più attenta potrebbe portare risultati più definitivi, perché “gli esperti hanno scoperto che la ISS trascorre il 60% del suo tempo sui voli all’interno dei flussi di sostanze di cometa“, ha detto Tass.

Come priorità, i ricercatori dovrebbero stabilire definitivamente se le cosiddette “sostanze biogene” siano di origine aliena o originarie della Terra stessa.

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Studi precedenti

All’inizio del 2014, gli scienziati di Rocosmos hanno annunciato la scoperta di tracce di forme semplici di vita come il plancton microbico, le alghe e il “DNA batterico” nei campioni di polvere raccolti sulla superficie della ISS. Vladimir Soloyev, leader della missione orbitale russa sulla stazione spaziale, ha confermato che gli scienziati avevano trovato forme vive microbiche, tra cui plancton, in materiale raccolto sulla superficie esterna. 

All’epoca, il team dei ricercatori russi ha riferito che il plancton non può essere trasportato nello spazio da parte della navicella stessa, perché non fa parte della tipica vegetazione di Baikonur in Kazakistan, dove i russi hanno lanciato il loro modulo. Tuttavia, i russi hanno suggerito che il plancton potrebbe essere “risuscitato” sul laboratorio in orbita e proveniente da altre regioni della Terra attraverso correnti d’aria di elevata altezza. Anche se i ricercatori russi pensavano che gli organismi non siano microbi alieni, la scoperta fornisce la prova che le forme di vita microbica potrebbero sopravvivere nel vuoto spaziale, anche sotto temperature inferiori e con bombardamento costante di radiazioni cosmiche. Secondo gli scienziati di Roscosmos, la constatazione suggerisce che micrometeoriti e polvere stellare potrebbero contenere microbi alieni, cioè forme di vita microscopiche che si sono sviluppate pienamente nello spazio o che hanno origine su un altro pianeta.

Controversie e disaccordi

Gli indizi hanno stimolato i russi a concentrarsi nella ricerca di microbi alieni in campioni di polvere raccolti sulla superficie della ISS. Il portavoce della NASA, Dan Duot, conferma che i russi non erano originariamente alla ricerca di microbi alieni quando hanno cominciato a raccogliere campioni sulla superficie esterna delle finestre del segmento ISS russo. “Quello che stavano cercando erano, in realtà, i rifiuti che possono accumularsi in elementi visivamente delicati come le finestre“.

Allo stesso tempo, Huot e altri funzionari della NASA hanno espresso il loro scetticismo in merito all’affermazione dei russi quando hanno indicato la scoperta di microrganismi vivi sulla ISS. Tuttavia, il Centro aerospaziale tedesco (DLR) ha successivamente confermato di essere consapevole del fatto che i ricercatori russi hanno trovato DNA “batterico” sulla superficie della stazione. Ma ha anche detto di non poter confermare i dettagli della dichiarazione, né essere responsabile della metodologia adottata nello studio. 

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