Una recente indagine, condotta da un team di scienziati dell’Università di Liverpool, ha rilevato uno strano comportamento del campo magnetico nella regione del Sud Atlantico che si sarebbe verificato tra 8 e 11 milioni di anni fa.
Il nuovo studio, i cui risultati sono stati pubblicati il 20 luglio in PNAS, suggerisce che l’anomalia del Sud Atlantico è una caratteristica ricorrente, quindi è improbabile che rappresenti un’imminente inversione del campo magnetico terrestre.
L’anomalia dell’Atlantico meridionale è un’area caratterizzata da una significativa riduzione dell’intensità del campo magnetico terrestre rispetto alle aree in latitudini geografiche simili. In questa posizione, viene ridotta la protezione dalle radiazioni nocive dallo spazio, la più significativa delle quali sono guasti tecnici a bordo di satelliti e veicoli spaziali.
Il team di ricercatori dell’Università britannica ha analizzato la documentazione del campo magnetico terrestre, conservato tra le rocce ignee dell’isola di Santa Elena, situata nel mezzo dell’anomalia atlantica.
I registri geomagnetici riguardano 34 eruzioni vulcaniche, avvenute tra 8 e 11 milioni di anni fa. Secondo i ricercatori, in tutti questi casi, la direzione del campo magnetico di Santa Elena puntava lontano dal Polo Nord, come lo è oggi.
Il campo magnetico terrestre non è completamente stabile in forza e direzione, sia nel tempo che nello spazio, e ha la capacità di cambiare o invertire completamente, con implicazioni sostanziali. In questo campo, l’anomalia dell’Atlantico meridionale è un argomento di dibattito tra gli scienziati.
Oltre a causare danni alla tecnologia spaziale, gli scienziati non sanno cosa potenzia questa anomalia né rappresenta l’inizio dell’indebolimento totale del campo geomagnetico. “Il nostro studio rappresenta la prima analisi a lungo termine del campo magnetico in questa regione che risale a milioni di anni fa. L’articolo rivela che l’anomalia nell’Atlantico meridionale non è una singola anomalia, dal momento che una situazione molto simile è avvenuta milioni di anni fa”, ha chiarito l’autore principale dell’articolo, Yael Engbers.
Questa è la prima volta che il comportamento irregolare del campo geomagnetico nella regione del Sud Atlantico è stato dimostrato su una scala temporale così lunga, il che “suggerisce che l’anomalia del Sud Atlantico è una caratteristica ricorrente e che probabilmente non è un segno di un imminente inversione”.
Inoltre, questa ricerca supporta studi precedenti che “indicano un legame tra l’anomalia del Sud Atlantico e le anomale caratteristiche sismiche nel mantello inferiore e nel nucleo esterno“.
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