Google ha promesso di porre rimedio alla falla scovata in Chrome che consente ai siti Web di “vedere” quando i visitatori navigano utilizzando la modalità di navigazione in incognito. La modifica verrà introdotta col prossimo aggiornamento previsto per il popolare browser Web, che arriverà il 30 luglio. “Vogliamo che tutti siano in grado di accedere al web in tutta sicurezza, con la certezza che la scelta su come farlo sia privata“, ha scritto Google in un comunicato.
“In situazioni di oppressione politica o di abusi domestici, le persone possono avere importanti motivi di sicurezza per nascondere la loro attività sul web e sul loro utilizzo delle funzionalità di navigazione private”. Google ha detto che l’aggiornamento interesserà alcuni editori web che hanno utilizzato questa scappatoia per rilevare e prevenire l’elusione delle misure atte a garantire la privacy. Ad oggi, alcuni siti di testate giornalistiche ed altri editori online offrono un numero limitato di articoli gratuiti prima che il visitatore debba pagare un abbonamento.
In alcuni casi, gli utenti Web possono indurre i siti a pensare di non averli mai visti prima utilizzando la modalità di navigazione in incognito in Chrome. Alcuni siti Web sono diventati perciò più “furbi“; tuttavia, ora bloccano i visitatori che utilizzano la modalità di navigazione privata. Il gigante tecnologico ha giustificato la sua decisione di risolvere il problema spiegando che la fiducia degli utenti e i principi di navigazione privata devono essere prioritari rispetto alle strategie degli editori.
“Il nostro team persegue l’obiettivo di ridurre l’elusione di queste misure, dal momento che qualsiasi approccio basato sulla rilevazione dell’utente in navigazione anonima mina i principi della modalità di navigazione in incognito“, ha affermato Google. Nonostante l’aggiornamento, le funzionalità di privacy della modalità di navigazione in incognito di Chrome rimangono limitate. Google peraltro avverte che l’attività di navigazione degli utenti potrebbe essere ancora visibile a “siti Web già visitati e provider di servizi Internet”.
Uno studio recente ha inoltre rilevato che il 93% dei siti web di pornografia raccoglie dati dai propri utenti e li diffonde a terzi, anche se i visitatori utilizzano le modalità di navigazione in incognito. “L’ipotesi che i siti web pornografici proteggano le informazioni dei visitatori, insieme alla rassicurazione dell’icona della modalità ‘in incognito‘, forniscono agli utenti un senso di privacy fondamentalmente fuorviante“, affermano i ricercatori.
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