Fluttuare a gravità zero è da sempre un sogno che ci accompagna fin dalla tenerà età, ma mai nessuno si è domandato se ciò potesse influire negativamente sulla salute del nostro organismo, cosa che invece ha solleticato l’interesse della NASA che ha così confrontato due gemelli per vedere se quello stato nello spazio mostrasse effetti negativi.
Lo studio effettuato dalla NASA ha evidenziato che il gemello che ha passato un anno nello spazio, al ritorno sulla terra, presentava cambiamenti fisici e genetici che invece suo fratello rimasto a terra non presentava, i quali però sono relativamente scomparsi col passare del tempo sulla terra.
L’indice scelto dalla NASA per misurare l’invecchiamento sono stati i telomeri, questi sono delle sequenze di DNA non codificanti presenti agli estremi dei nostri cromosomi e che servono a proteggere la parte codificante dall’invecchiamento accumulato dalle varie generazione cellulari, invecchiamento dovuto al fatto che la duplicazione del DNA ad ogni generazione provoca un accorciamento del DNA stesso quindi del telomero.
Quello osservato dalla NASA è unico, i telomeri dell’astronauta si sono allungati, si avete capito bene, un fenomeno che ha sorpreso gli scienziati e che apre a tantissime possibilità che vanno dal sovvertire l’invecchiamento allo sconfiggere il cancro.
Gli scienziati però non sanno ancora dare risposta a questo avvenimento, contornato dal fatto che in seguito, i telomeri dell’uomo durante la sua permanenza al ritorno dallo spazio si sono nuovamente accorciati, di più rispetto a prima della partenza, fatto inspiegabile a sua volta.
I ricercatori hanno riscontrato anche altri cambiamenti, un ispessimento della cornea e dell’arteria carotide, uno spostamento del microbiota intestinale e una variazione dell’espressione genica.
Lo studio ha dimostrato come il nostro organismo possa adattarsi efficacemente agli sconvolgimenti dovuti al volo nello spazio, infatti i vari esami hanno messo in luce a livello molecolare la resilienza e resistenza del nostro corpo aprendo a innumerevoli scenari che magari potranno aiutarci a comprendere meglio i meccanismi che dominano le reazioni del corpo umano a determinati stress patologici.
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