La NASA ha svelato il nuovo Modular Supercomputing Facility (MSF), che simulerà gli atterraggi sulla Luna nell’ambito della missione spaziale con cui si tenterà di riportare l’uomo sul nostro satellite, prevista entro il 2024. Il programma è soprannominato “Artemis“, dal personaggio mitologico di Artemide, sorella gemella di Apollo, in nome delle precedenti missioni di sbarco sulla Luna. Come riportato da Data Center Dynamics, il primo computer MSF è soprannominato Aitken, dal nome dell’astronomo Robert Grant Aitken.
MSF è stato progettato in modo da poter aggiungere facilmente moduli e componenti extra, se necessario. Un portavoce dell’agenzia ha in proposito dichiarato: “Abbiamo una grande piattaforma di cemento che può ospitare fino a sedici moduli. La tecnologia modulare è molto versatile e ci consente di implementare rapidamente nuovi moduli e di installare nuovo hardware. Abbiamo già un altro prototipo in cantiere, a testimonianza del fatto che la tecnologia si è già evoluta“.
Si ritiene che Aitken possieda 221 terabyte di memoria e che il sistema di raffreddamento richieda il 90% di acqua ed elettricità in meno rispetto ai precedenti supercomputer della NASA. In precedenza, la NASA non aveva programmato di tornare sulla Luna per la prima volta dal dicembre 1972 almeno fino al 2028. Questo fino a quando il vicepresidente Mike Pence non ha annunciato un calendario, nonostante Donald Trump si fosse precedentemente opposto a ulteriori missioni sulla Luna a beneficio di missioni su Marte.
In proposito, il vicepresidente Pence ha twittato: “Con tutti i soldi che stiamo spendendo, la NASA non dovrebbe parlare di andare sulla Luna, l’abbiamo già fatto 50 anni fa. Dovrebbero concentrarsi su quanto di più grande stiamo facendo, come i programmi spaziali per Marte, per la Difesa e la Scienza!”. Non ci resta dunque che attendere fino a quando non si entrerà più nel vivo della preparazione di quella che ha tutta l’aria di essere un’altra epocale impresa.
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