Aeolus a lavoro sulla misurazione dei cicloni Credit: ESA
Nei giorni scorsi un satellite dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) è stato costretto ad effettuare una manovra per evitare la collisione con un satellite della rete Starlink di Elon Musk. L’ESA ha infatti dovuto avviare i propulsori del satellite Aeolus per spostarlo dalla sua posizione quel tanto che gli ha permesso di evitare lo scontro con il satellite di SpaceX.
Ma come è potuta accadere una cosa simile? Per quale motivo i due satelliti stavano per scontrarsi? La colpa sarebbe da imputarsi, secondo la SpaceX, ad un bug nel sistema che non ha permesso agli operatori di visualizzare il messaggio che avvertiva della necessità di spostare il satellite di Starlink.
A rendere pubblico l’accaduto è stata inizialmente l’ESA con alcuni tweet postati lo scorso lunedì. In uno di essi l’ESA scrive infatti: “gli esperti del nostro team #SpaceDebris hanno calcolato il rischio di collisione tra i due satelliti attivi, determinando che l’opzione più sicura per Aeolus [il satellite ESA] era quella di aumentare la sua altitudine e passare sopra al satellite di SpaceX”.
E proprio così è stato, il satellite Aeolus ha iniziato la sua manovra a mezza orbita di distanza dal luogo in cui avrebbe avuto luogo l’impatto. Subito dopo l’esecuzione della manovra ed aver schivato il satellite Starlink, Aeolus ha trasmesso alla base operativa tutte le informazioni relative all’accaduto, rassicurando l’ESA sulla mancata collisione.
L’ESA afferma che è stata in assoluto la prima volta che si sono trovati a dover fronteggiare una simile situazione. Mai si era reso necessario dover spostare un satellite per evitare la collisione con un suo simile, nonostante non siano ancora stati lanciati tutti i satelliti necessari per la mega rete che ha in progetto Elon Musk con la sua Starlink.
In risposta all’evento, un portavoce di SpaceX ha dichiarato che il mancato incidente che ha costretto allo spostamento di Aeolus, sarebbe il risultato di un mancato aggiornamento dell’aeronautica statunitense. L’aggiornamento avrebbe dovuto avvertire la SpaceX del rischio di collisione con il satellite ESA. Tale rischio infatti era calcolato con una possibilità di 1 su 10.000, una soglia che raccomanda l’attuazione di manovre evasive.
Come ha dichiarato il portavoce di Starlink: “un bug nel sistema di paging su chiamata, ha impedito all’operatore di Starlink di ricevere la corrispondenza successiva su questo aumento di probabilità. Se l’operatore di Starlink avesse visto la corrispondenza, ci saremmo coordinati con l’ESA per determinare il miglior approccio con il proseguimento della loro manovra o l’esecuzione di una manovra da parte nostra”.
A seguito di quanto accaduto la SpaceX sta dunque studiando i dettagli dell’evento, così da intraprendere delle azioni correttive che possano evitare il ripetersi di una simile situazione. Dal canto suo invece l’ESA esprime la sua preoccupazione per il crescente numero di satelliti in orbita attorno alla Terra. Solo nel 2018 l’ESA si è trovata a dover effettuare ben 28 azioni correttive manuali per evitare la collisione. Fino ad ora però si era trattato solo di satelliti inattivi o pezzi di essi, mai di satelliti in attività.
Secondo l’ESA, man mano che queste grandi reti satellitari cresceranno, arrivando all’ordine delle centinaia o delle migliaia, potrebbe diventare impossibile intervenire con correzioni manuali. Proprio a questo scopo l’agenzia europea, sta sviluppando un sistema automatizzato, basato sull’intelligenza artificiale, che sia in grado di evitare autonomamente qualsiasi collisione.
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