La sepsi, il cosiddetto “killer nascosto“, porta dietro di se storie spaventose che ha creato nel tempo una fobia non giustificata. Gli esperti, infatti, sostengono che si tratta il più delle volte di incomprensioni o montature per ingannare le persone. Il segretario di Stato per la salute nel Regno Unito Matt Hancock, sempre molto criticato per le sue scelte, ha contribuito a seminare la paura tra le persone.
Nel marzo del 2019, Hancock ha twittato: “La sepsi uccide oltre 52.000 persone ogni anno, ogni morte è una tragedia prevenibile”. La cifra, era una stima fatta da una società di beneficenza, per la sensibilizzazione sulla sepsi. “Questo è sbagliato”, afferma il prof. Mervyn Singer, del Bloomsbury Institute of Intensive Care Medicine dell’University College di Londra. Singer, ritiene che i numeri non siano corretti e che la sepsi non è sempre prevedibile. “Molte altre affermazioni non contestualizzate o fittizie, riempiono le pagine dei giornali”, afferma, chiedendo un ripensamento dell’approccio al rischio di sepsi.
La verità, dicono, è che la sepsi uccide una minoranza di pazienti, e quelli che muoiono erano già estremamente fragili. Le loro morti non sono sempre prevenibili, perché le possibilità di sopravvivere alla loro malattia erano scarse dall’inizio. L’impulso di prescrivere antibiotici a tutti i pazienti, è inutile e porta a critiche ingiuste nei confronti dei medici e contenziosi nei confronti degli ospedali. I medici, quindi, invitano il segretario alla salute a correggere la sua dichiarazione.
Gli incentivi dello Stato hanno incrementato il conteggio dei pazienti con una diagnosi di sepsi
La sepsi, è una reazione estrema del corpo alle infezioni. Il sistema immunitario va in overdrive nel tentativo di combattere l’infezione batterica e spegne gli organi del corpo. La maggior parte dei pazienti con grave disfunzione di un organo, sono ricoverati in terapia intensiva. Coloro che muoiono, al di fuori delle cure intensive e molti che muoiono al suo interno, sono anziani e hanno altre malattie. Più di tre quarti dei pazienti morti avevano superato i 75 anni.
Ma, i casi non vengono conteggiati accuratamente e il numero è aumentato in risposta agli incentivi finanziari del SSN introdotti nell’aprile 2017. Fino al 40% dei pazienti a cui è stata diagnosticata la malattia, si trova in seguito a non averla affatto. Uno studio su 521 pazienti con diagnosi di sepsi negli ospedali gallesi, 136 dei quali sono deceduti, ha scoperto che solo 40 dei decessi erano direttamente o forse collegati alla sepsi.