All’inizio della pandemia la moglie di Patrick Guerra, un medico, indossava una mascherina respiratoria N95 e la copriva con una mascherina chirurgica monouso per prolungarne la durata. Il Centers for Disease Control and Disease Prevention (CDC) raccomanda agli operatori sanitari di indossare una nuova mascherina N95 dopo ciascuna visita, ma la carenza di dispositivi e di altre attrezzature a livello nazionale lo ha reso finora impossibile. Dunque, il professor Guerra, docente di Scienze biologiche alla University of Cincinnati, ha un’intuizione che può rivelarsi importantissima: utilizzare la seta per confezionare mascherine.
Il professor Guerra, che studia la complessa architettura dei bozzoli della falena della seta, si è chiesto se una mascherina di seta potesse costituire una barriera protettiva migliore da indossare sulla N95, perché aveva osservato che i bozzoli sono naturalmente idrorepellenti. Lo studioso spiega che i bruchi costruiscono degli strati idrorepellenti, creando un ambiente confortevole e difficilmente permeabile.
Insieme ai suoi studenti, il docente ha testato diversi tipi di tessuti come il cotone, il polipropilene (materiale impiegato in molte mascherine chirurgiche monouso) e la seta per scoprire quale di questi ha maggiori capacità di respingere le goccioline provenienti da tosse o starnuti, la principale via di trasmissione per il Covid-19.
La ricerca, che appare sulla rivista Plos One, dimostra che la seta è di gran lunga il materiale migliore, poiché è estremamente idrorepellente e altamente traspirante e conserva entrambe le proprietà anche dopo ripetuti lavaggi. Il professor Guerra aggiunge che la seta è anche antimicrobica, osservando che questa proprietà è probabilmente attribuibile alla dieta dei bachi da seta consistente in foglie di gelso, che contengono rame.
Da molto tempo la comunità scientifica riconosce la seta come materiale utile dal punto di vista medico. David Kaplan, docente di Ingegneria alla Tufts University, spiega che che la seta è forte ma flessibile, non provoca alcuna reazione anticorpale quando viene inserita all’interno del corpo e si biodegrada nel tempo. Basti pensare al suo larghissimo impiego per le suture e per la ricostruzione dei tessuti.
Ph. credits: ViewsfromBoston/Shutterstock
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