Le cellule tumorali mangiano più grasso quando non riescano a produrne

Uno studio ha scoperto un particolare gene che può aiutare a regolare i lipidi digeriti dalle cellule tumorali e quindi aiutare chi soffre di cancro

cellule tumorali

Un passaggio nel metabolismo dei grassi dalla produzione all’importazione potrebbe essere sfruttato per il trattamento del cancro, sostengono i ricercatori. Un nuovo studio dell’Università di Toronto indaga su come le cellule tumorali adattano il loro metabolismo per superare potenzialmente le terapie ancora in fase di sviluppo.

“Numerosi studi clinici sono falliti perché il metabolismo è un processo così adattativo grazie al quale le cellule tumorali ottengono resistenza ai farmaci”, afferma Michael Aregger, co-autore principale del lavoro. “Se sai come le cellule sono in grado di adattarsi alle perturbazioni, forse possiamo indirizzarle in modo più specifico per evitare lo sviluppo di resistenza”.

 

Le cellule tumorali ed il metabolismo dei grassi

Lo studio, pubblicato questa settimana sulla rivista Nature Metabolism, è il primo a studiare i cambiamenti globali nelle cellule cancerose mentre si adattano a una carenza di nutrienti critici come molecole di grasso o lipidi, che compongono l’involucro esterno della cellula.

Quando le cellule tumorali non sono in grado di produrre i propri lipidi, li divorano dal loro ambiente per garantire una fornitura costante di questi elementi essenziali, secondo quanto scoperto dallo studio. I lipidi servono anche come carburante e segnali chimici per la comunicazione tra le cellule, tra gli altri ruoli.

Il passaggio al metabolismo potrebbe essere una cattiva notizia per i produttori di farmaci che cercano di colpire il cancro riducendo le sue riserve di lipidi. In particolare, i farmaci che inibiscono un enzima chiamato FASN, per l’acido grasso sintasi, coinvolti in una fase iniziale di sintesi lipidica, vengono studiati negli studi sui pazienti. Gli acidi grassi sono precursori di molecole lipidiche più grandi e la loro produzione è aumentata in molti tumori grazie a livelli elevati di FASN, che sono anche associati a una prognosi sfavorevole del paziente.

Lo studio suggerisce che l’efficacia degli inibitori FASN potrebbe essere di breve durata a causa della capacità del cancro di trovare un altro modo per procurarsi i lipidi. “Poiché la FASN è sovraregolata in molti tumori, la sintesi di acidi grassi è una delle vie metaboliche più promettenti da raggiungere”, afferma Keith Lawson, co-autore dello studio. “Dato che sappiamo che c’è molta plasticità nei processi metabolici, volevamo identificare e prevedere i modi in cui le cellule tumorali possono potenzialmente superare l’inibizione della sintesi lipidica”.

Lo studio ha scoperto però una grande novità. Il gene che lo codifica era noto solo come C12orf49, dal nome della sua posizione sul cromosoma 12. I ricercatori hanno ribattezzato il gene LUR1, per il regolatore 1 di assorbimento dei lipidi, e hanno dimostrato che aiuta a attivare una serie di geni direttamente coinvolti nell’importazione dei lipidi, che potrebbe diventare molto utile contro tumori e cancro.