Gli spostamenti attraverso le acque marine possono essere difficoltosi. L’acqua è più viscosa dell’aria, per cui le creature subacquee devono superare una forte resistenza all’attrito mentre nuotano. Per rendere le cose più difficili, l’acqua non fornisce elementi solidi da utilizzare per darsi lo slancio; ma le meduse, che nuotano negli oceani del mondo da milioni di anni, hanno trovato un mezzo di propulsione elegante ed efficiente, nonché originale: la costruzione di pareti d’acqua.
Gli scienziati hanno scoperto che, grazie alle caratteristiche ondulazioni gelatinose pulsanti, almeno una specie di medusa crea vortici che ruotano in direzioni opposte. Nel punto in cui i flussi dei due vortici si incontrano, la collisione crea una zona in cui l’acqua è ferma, creando un muro che le meduse usano come propulsore.
Bradford J. Gemmell, docente di Biologia integrativa alla University of South Florida, spiega che, grazie alla struttura corporea semplice e comodamente trasparente, le meduse rappresentano un bellissimo modello che consente di comprendere il modo in cui gli animali interagiscono con l’acqua che li circonda per muoversi in modo efficiente, più di quanto gli uomini possano creare veicoli, ad esempio.
In un articolo pubblicato mercoledì nei Proceedings of the Royal Society B, il dottor Gemmell e i suoi colleghi hanno descritto la nuova scoperta sul movimento delle meduse. John O. Dabiri, docente di Aeronautica e Ingegneria meccanica al California Institute of Technology, spiega che l’articolo ne documenta un altro nell’ambito di un numero crescente di approcci che questi animali utilizzano per nuotare in modo efficiente. Il dottor Dabiri ha collaborato con il dottor Gemmell in passato, ma non ha partecipato a questa ricerca.
Il dottor Gemmell chiarisce che i vortici controrotanti impiegati dalle meduse sono una variante di un fenomeno conosciuto come effetto suolo, e precisa che da molto tempo è ben documentato l’aumento delle prestazioni che si ottiene quando si nuota o si vola vicino a un confine solido. Ciò è dovuto al fatto che il flusso di un liquido rallenta in prossimità di una superficie solida come il fondale marino, e si ferma proprio sulla sua superficie. Così, quando qualcosa nuota vicino al fondo, l’acqua non si può muovere altrettanto facilmente, il che agevola la spinta.
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