Un nuovo studio condotto sulle popolazioni di coralli della Grande Barriera Corallina meridionale, sull’Isola di Heron, rivela che la diversità chimica delle emissioni dei coralli, una sorta di loro “odore” può aiutare a identificare i coralli sani.
Gli odori dei coralli come indice del loro stato di salute
I ricercatori hanno scoperto che tra le specie di corallo che formano la barriera corallina, l’abbondanza e la diversità chimica delle loro emissioni di gas sono diminuite in modo significativo durante gli esperimenti di stress termico. La comprensione delle emissioni dei coralli potrebbe quindi rivelarsi uno strumento chiave per comprendere lo stato si salute della barriera corallina e promuoverne la conservazione.
Lo studio è stato condotto dai ricercatori della University of Technology Sydney (UTS), dell’Università di Sydney e della Southern Cross University, che hanno deciso di indagare sulle possibili modifiche subite dall’odore dei coralli a seguito di forti eventi di stress termico, e quale sia la loro entità.
I ricercatori sono a conoscenza del fatto che ogni specie di corallo rilascia una miscela distinta di gas volatili che costituisce il loro odore e questi “odori” possono dirci molto sul loro stato di salute. I ricercatori ritengono che alcuni singoli gas che compongono l’odore generale hanno persino la capacità di influenzare il modo in cui un organismo affronta lo stress e, una volta rilasciati dalle barriere coralline, questi gas possono influenzare persino i processi atmosferici.
Lo stress termico modifica le emissioni delle barriere coralline
Si tratta del primo studio di questo tipo. Fino ad ora infatti non ci si era mai concentrati sull’esplorazione dei segnali chimici generali emessi dai coralli, paragonando inoltre le emissioni di quelli sani con quelli stressati ed identificando il modo in cui si diversificano.
La dott.ssa Caitlin Lawson, a capo di questa ricerca, ha affermato che questi “risultati forniscono le prime informazioni sulla gamma di gas prodotti dai coralli che formano la barriera corallina ed evidenziano una serie diversificata di composti che possono svolgere ruoli potenzialmente importanti, ma precedentemente non riconosciuti, nel mantenimento del sano funzionamento della barriera corallina”.
“I nostri risultati rivelano anche che lo stress da calore riduce drasticamente la diversità chimica, la quantità e il potenziale funzionale di questi importanti composti, il che potrebbe avere un ulteriore impatto sulla capacità dei coralli di far fronte all’aumento delle temperature”.
Il cambiamento climatico influenza la “comunicazione” dei coralli
Lawson ritiene che sfruttare ulteriormente la complessità e la diversità di questi gas prodotti dalla barriera corallina, consentirà agli scienziati di capire come potrebbero migliorare la salute e la resilienza delle barriere coralline in deterioramento.
Inoltre David Suggett autore senior e leader del Future Reefs Team presso l’UTS afferma che questa scoperta si aggiunge all’evidenza che, proprio come gli umani, le barriere coralline si basano su più forme di comunicazione per rimanere in salute.
Ha infatti affermato che “la diversità della barriera corallina è sostenuta dalla vista e dai suoni, e il nostro lavoro mostra che anche gli odori giocano molti ruoli critici. La scoperta di una perdita di questi odori sotto stress da calore, causato dal riscaldamento degli oceani, è un’ulteriore prova che le barriere coralline cambieranno da come le conosciamo a meno che non affrontiamo urgentemente il cambiamento climatico”.
Foto di Giustiliano Calgaro da Pixabay