È facile guardare la Luna e ipotizzare che sia un oggetto morto. Se vogliamo intenderlo solo dal punto di vista della presenza di eventuali formi di vite, è probabilmente così. Se lo guardiamo invece da un altro punto di vista, forse non è così tanto privo di vita. Secondo un nuovo studio, alcuni dei segni presenti sulla superficie sono la prova di processi tettonici tutt’ora attivi nati da un unico evento.
Le parole di uno degli autori dello studio: “C’è questo presupposto che la luna sia morta da molto tempo, ma continuiamo a scoprire che non è così. Da questo documento sembra che la luna possa ancora scricchiolare e crepare, potenzialmente ai giorni nostri, e possiamo vedere le prove su queste creste. La luna ha molto da raccontare. Quello che stiamo vedendo oggi in superficie è la testimonianza della sua lunga memoria e dei segreti che ancora conserva.”
L’analisi delle suddette creste è un’operazione un po’ complicata dovuta soprattutto al fatto che risultano difficilmente visibili. La superficie della Luna è costantemente coperta dalla regolite, polvere lunare nata dai continui schianti di oggetti volanti. Uno studente universitario però, Adomas Valantinas, grazie al Lunar Reconnaissance Orbiter è riuscito a individuare qualche zona scoperta.
Utilizzando il Diviner proprio dell’LRO si è scoperto tali zone pulite rimangono più calde. Questo fenomeno, unito all’aumento delle creste stesse, ha evidenziato la presenza di un misterioso sistema di placche tettoniche.
Lo studio ha anche visto come le creste individuate e studiate hanno a che fare con un unico e potente evento avvenuto miliardi di anni fa. Un fenomeno messo in moto probabilmente da un impatto gigante.
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