Molte delle nostre malattie causate da agenti patogeni sono state aggravate da quelli che sono gli impatti climatici, secondo un nuovo studio che ha suggerito un legame tra malattia e rischi climatici. Malattie come Zika, malaria, dengue, chikungunya e persino Covid-19 sono state aggravate da impatti climatici come ondate di caldo, incendi, piogge estreme e inondazioni.
In totale ci sono più di 1.000 percorsi che questi impatti possono intraprendere per influenzare e peggiorare la diffusione della malattia. Il riscaldamento globale e il cambiamento delle precipitazioni stanno ampliando la gamma di vettori di malattie come zanzare, zecche e pulci, con conseguente diffusione della malaria, della malattia di Lyme, del virus del Nilo occidentale e di altre condizioni.
Tempeste e inondazioni hanno avvicinato le persone ai patogeni che causano focolai di gastroenterite e colera, mentre gli impatti climatici hanno indebolito la capacità degli esseri umani di far fronte a determinati agenti patogeni. La siccità, ad esempio, può portare a una scarsa igiene, con conseguente dissenteria e tifo febbre e altre malattie. I ricercatori hanno esaminato oltre 70.000 studi che hanno analizzato i collegamenti tra i diversi rischi climatici e malattie infettive. Alcuni di questi documenti esaminano le prove che risalgono a 700 anni fa, prima dell’avvento della crisi climatica causata dall’uomo.
Delle 375 diverse malattie infettive menzionate in questi documenti, i ricercatori hanno scoperto che 218, più della metà, sono state aggravate dagli impatti climatici ora resi più comuni dal riscaldamento globale. Una piccola percentuale invece di queste malattie infettive, circa il 16%, è stata ridotta dagli impatti climatici. Un’ulteriore studio ha suggerito che probabilmente ci sono diversi modi in cui la crisi climatica ha peggiorato la diffusione del Covid-19, come i disturbi dell’habitat causati da incendi e inondazioni che spostano la fauna selvatica, come i pipistrelli portatori di malattie, in nuove aree più vicine agli esseri umani.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avvertito che la crisi climatica minaccia di annullare gli ultimi 50 anni di progressi nello sviluppo, nella salute globale e nella riduzione della povertà e ha stimato che altre 250.000 persone moriranno ogni anno dal 2030 al 2050 a causa della proliferazione di malattie come malaria e diarrea, ma anche malnutrizione e stress da caldo. La nuova ricerca è davvero importante in quanto afferma che gli shock climatici rendono più difficile già il nostro scoraggiante modo di combattere i microbi.
La scienza del clima ha dimostrato che il cambiamento climatico rende molte parti del mondo troppo calde, troppo secche, troppo umide e, in definitiva, troppo inadatte alle persone per sostenere i propri mezzi di sussistenza. Le migrazioni di massa di persone possono stimolare focolai infettivi di ogni tipo, dalla meningite all’HIV. In breve, un clima instabile crea un terreno fertile in cui le malattie infettive possono radicarsi e diffondersi.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay
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