Negli ultimi giorni molto si è parlato del fatto che sembrerebbe sia stato decifrato il misterioso manoscritto Voynich, un documento che risale alla metà del 1400 ed è scritto in un’antica e ormai estinta lingua romanza. Il manoscritto rappresenterebbe dunque una sorta di enciclopedia scritta dalle suore domenicane per la regina d’Aragona, Maria di Castiglia.
A sciogliere il nodo del misterioso manoscritto sarebbe stato Gerard Cheshire, ricercatore dell’Università di Bristol, il quale ha pubblicato i risultati della sua ricerca sulla rivista Romance Studies. Secondo Cheshire, si tratterebbe di una raccolta di rimedi erboristici ed astrologici, principalmente incentrati sulle credenze dell’epoca riguardo amore e fertilità. Cheshire ha dichiarato di essersi sentito incredulo ed eccitato nell’aver effettuato tale scoperta, per l’importanza che essa avrà soprattutto in termini di linguistica.
Il manoscritto Voynich fu scritto tra il 1404 ed il 1438 ed il suo luogo originario è il l Castello Aragonese di Ischia. Fu conservato poi dal Nobile Collegio Gesuita di Villa Mondragone, fino a quando non fu comprato nel 1912 da un collezionista polacco di libri rari, Wilfrid Voynich. Attualmente è conservato nella Beinecke Library dell’Università di Yale negli Stati Uniti. Da quando fu mostrato per la prima volta nel 1915, moltissimi sono gli scienziati, studiosi ed appassionati che hanno provato a risolvere il suo mistero, compresa l’FBI.
Il manoscritto Voynich presenta un sistema di scrittura ignoto, accompagnato da illustrazioni di oggetti strani, piante, simboli dello zodiaco e donne nude. Al suo interno vi è anche una stupenda mappa che racconta il salvataggio di alcuni sopravvissuti ad un eruzione vulcanica nel 1944 sull’isola di Vulcano, guidata dalla regina Maria.
Secondo Cheshire il manoscritto è redatto in una lingua estinta che ha preceduto le lingue romanze moderne ed utilizzata solo nel parlato. L’alfabeto di questa antica lingua, secondo Cheshire, combina simboli familiari ed altri insoliti, usa le lettere al posto della punteggiatura e contiene molte abbreviazioni di parole latine. Inoltre tutte le lettere sono minuscole e non ci sono consonanti doppie nelle parole.
Ma il lavoro di Cheshire è stato anche duramente criticato da alcuni esperti del settore che ritengono che il manoscritto non sia stato decifrato. E non si tratterebbe nemmeno della prima volta che qualcuno dichiari di aver decifrato il manoscritto Voynich e che successivamente furono smentiti da altri colleghi.
Altri colleghi di Cheshire non condividono infatti la sua idea secondo la quale il manoscritto sarebbe scritto in una estinta lingua protoromanza della quale, secondo lui, non vi rimangono altre tracce, dato che si trattava di una lingua utilizzata solo nel parlato. Ma sono molto pochi gli esperti che credono nell’effettiva esistenza di una lingua protoromanza e la teoria ha avuto scarso seguito nella comunità scientifica.
Tra coloro che hanno maggiormente criticato l’operato di Cheshire, vi è Lisa Fagin Davis, direttrice della Medieval Academy of America. Secondo la Davis ed altri critici del lavoro di Cheshire, alcune analisi da lui fatte erano già state proposte in studi più vecchi e molte strani particolari del manoscritto Voynich, sono in realtà aggiunte successive all’epoca in cui fu effettivamente scritto.
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