Il sistema immunitario è la nostra prima linea di difesa contro le malattie, ma con il passare del tempo tende a indebolirsi, aumentando il rischio di infezioni e patologie croniche. Un recente studio condotto dall’Università della California del Sud ha individuato un meccanismo chiave che potrebbe rallentare questo processo e mantenere giovane il sistema immunitario più a lungo.
Il ruolo delle cellule staminali del sangue
I ricercatori hanno scoperto che un piccolo sottoinsieme di cellule staminali del sangue svolge un ruolo cruciale nell’equilibrio tra i due principali tipi di cellule immunitarie: quelle innate e quelle adattative. Le prime forniscono una risposta rapida e generica contro le infezioni, mentre le seconde, come i linfociti B e T, conservano la memoria delle infezioni precedenti e reagiscono in modo specifico ai patogeni.
Con l’avanzare dell’età, questo equilibrio si altera, portando a un’eccessiva produzione di cellule immunitarie innate e a una riduzione di quelle adattative. Questo squilibrio è alla base di molte malattie legate all’invecchiamento, tra cui infezioni croniche e malattie autoimmuni.
Manipolare le cellule staminali per rallentare l’invecchiamento
Analizzando il comportamento delle cellule staminali del sangue in laboratorio, gli scienziati hanno osservato che il 34% di esse cambia radicalmente la propria funzione con l’età. Nei topi anziani studiati, un aumento della produzione di cellule immunitarie innate ha accelerato l’invecchiamento del sistema immunitario.
Utilizzando la tecnologia di modifica genetica CRISPR, i ricercatori sono riusciti a invertire questo processo, inducendo le cellule staminali a produrre più cellule immunitarie adattative, rendendo così il sistema immunitario più resistente all’invecchiamento.
Le implicazioni per la salute e la longevità
Questa scoperta apre nuove prospettive per la medicina rigenerativa. Se gli stessi meccanismi saranno confermati nell’uomo, si potrebbe sviluppare una terapia in grado di contrastare l’invecchiamento immunitario e prevenire patologie come la leucemia mieloide e le immunodeficienze.
I risultati dello studio, pubblicati su Cellular and Molecular Immunology, rappresentano un passo avanti nella ricerca sull’invecchiamento e potrebbero portare, in futuro, a trattamenti innovativi per mantenere il sistema immunitario giovane e funzionante più a lungo.
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