Il Maro Morto è un lago ipersalato che presenta una salinità di 10 volte maggiore rispetto a quella del mare, seppur completamente isolato dal Mar Mediterraneo. Inoltre la sua salinità è destinata ad aumentare, e questo in parte è dovuto allo scarso afflusso di acqua dolce, causato dal deviamento nel corso degli ultimi anni del fiume Giordano.
Il prosciugamento del Mar Morto
Nel passato infatti il fiume alimentava il Mar Morto, ma recentemente il suo corso (come quello del Lago di Tiberiade) sono stati deviati per far fronte alle esigenze idriche della regione. L’acqua dolce non fluisce quindi più in maniera sufficiente nel lago salato, a causa delle attività umane come agricoltura, estrazione mineraria e acqua potabile.
E mentre l’acqua dolce non arriva più al Mar Morto, l’acqua salata presente nel più famoso lago salato al mondo, evapora lasciandosi dietro lunghe strisce di cristalli di sale incrostati. Questi cristalli di sole sono davvero particolari e sembrano muoversi all’interno dell’acqua rimasta nel Mar Morto. Ora sembra che gli scienziati siano finalmente riusciti a svelarne il mistero.
Da quando l’acqua dolce ha smesso di fluire nel Mar Morto, i ricercatori hanno notato che i cristalli di sale sembravano precipitare dalla superficie dell’acqua verso il fondo del lago dove si accumulano, dando vita ad una spettacolare “nevicata di sale” nell’acqua. Secondo gli scienziati si tratta di un fenomeno conosciuto come digitazione salina, un fenomeno noto ai fisici ma che non si era mai osservato in un lago ipersalino come il Mar Morto.
La digitazione salina: neve di sale
Che cos’è quindi che provoca questo fenomeno nel famoso lago salato? A dare la risposta è l’ingegnere meccanico Raphael Ouillon, dell’Università della California a Santa Barbara. Studiando questo fenomeno infatti Ouillon ed il suo team, sono riusciti a determinare la causa della digitazione salina nel Mar Morto.
La luce solare scalda la superficie dell’acqua, rendendo così lo strato superiore (epilimnione) molto più caldo rispetto allo strato sottostante (ipolimnione), dove l’acqua è più fredda. L’acqua evapora così dallo strato superiore rendendolo molto più salato.
Ma, poiché che le acque calde e fredde generalmente non si mescolano, come fa il sale dell’epilimnione a precipitare nevicando nello strato sottostante fino ad arrivare al fondo del Mar Morto? Secondo Ouillon la spiegazione risiede nel verificarsi di piccole onde o altri eventi che portino al movimento dell’acqua, che permetterebbero all’acqua calde e fredda di mescolarsi. L’acqua più calda e più salata a contatto con quella più fredda, si raffredda a sua volta, rilasciando così parte del sale in eccesso che contiene, che inizia così la sua discesa verso il fondo del lago.
Gli accumuli di salgemma: il Mar Morto ne potrebbe quindi spiegare la causa
Secondo gli autori, il risultato di questo processo è “un forte flusso di salinità verso il basso che porta alla sottosaturazione dell’epilimnione, mentre l’ipolimnione diventa troppo saturo ed il sale precipita in halite (salgemma)”. Questo stesso fenomeno potrebbe spiegare, secondo i ricercatori, anche l’accumulo di altre formazioni massicce di salgemma, trovate nei registri geologici.
Questa ricerca potrebbe quindi aver contribuito a spiegare la formazione di alcune caratteristiche del nostro Pianeta, mentre il lago salato invece lentamente muore evaporando. Il Mar Morto infatti rischia di scomparire, a meno che non venga ripristinato il corso originario del fiume Giordano, ricorrendo a misure alternative per l’approvvigionamento d’acqua, come l’impianto di desalinizzazione ad Aqaba, in Giordania, ed uno nel Golfo di Eliat; e come il canale tra Mar Rosso e Mar Morto.