Foto di Aynur Zakirov da Pixabay
Tra le tante distrazioni dei giorni nostri, spesso ci dimentichiamo che ci troviamo sostanzialmente nell’era d’oro dell’esplorazione spaziale. Non si parla più di Stati Uniti contro Unione Sovietica, ma gli attori in ballo ormai sono tanti. Detto questo, c’è comunque una sfida a due che ricorda la guerra fredda, e a sto giro si parla sempre della NASA, ma contro la Cina la quale, oltre alla Luna, sta puntando a Marte.
Con la missione Tianwen-3, successore delle missioni precedenti che hanno interessato proprio il pianeta rosso, la Cina conta di raggiungere Marte, prelevare dei campioni del terreno e tornare sulla Terra. Per l’esattezza si parla rispettivamente di arrivare sul pianeta nel 2028 e tornare indietro nel 2031 anticipando così gli sforzi dell’agenzia spaziale statunitense di molto.
Il più grande problema di Marte, come si è già visto dai diversi dispositivi che stanno esplorando in diversi modi il pianeta, è la polvere. Questo elemento rende tutto più difficile e fragile, sia che si parli dell’atterraggio o della sola permanenza sul suolo. Riuscire a portare sulla superficie qualcosa poi in grado di tornare indietro è una sfida enorme, ma riuscirci risulterebbe in un successo riutilizzabile per il futuro, se si va a escludere la mera fortuna ovviamente.
Le parole dell’agenzia cinese: “Il ciclo della polvere su Marte è importante quanto il ciclo dell’acqua sulla Terra. Il nostro simulatore può essere utilizzato per simulare l’attività della polvere prima e dopo la dormienza del rover, che può fornire dati sull’ambiente atmosferico per analizzare le possibili cause della dormienza. Ad esempio, può simulare le temperature della zona di atterraggio e gli scienziati possono utilizzare questi dati per progettare materiali adatti alla costruzione di rover su Marte per far fronte al freddo estremo.”
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