Ormai Marte è il pallino fisso di tutte le agenzie spaziali. Raggiungere il Pianeta Rosso, studiarlo e prepararsi ad un eventuale colonizzazione da parte dell’uomo, ecco l’obiettivo. Ma non solo, Marte è infatti abbastanza vicino da poterlo studiare in modo più approfondito, e conoscere la sua storia potrebbe aiutarci a comprendere l’evoluzione del Sistema Solare.
Ed in questa continua corsa al Pianeta Rosso, molte sono le nuove tecnologie sviluppate per rendere possibili le missioni. Sia strumenti di ricerca che strumenti di supporto, vengono costantemente progettati, costruiti, testati e perfezionati.
In questo ambito di ricerca e sviluppo, lavora il Dipartimeno dell’Energia della NASA. L’ultimo progetto del dipartimento, denominato Kilopower, mira a sviluppare dei sistemi di fissione che possano essere di ausilio alle future missioni spaziali. I responsabili del progetto si dichiarano pronti ad inviare il loro primo reattore su Marte nel 2022. Ma lasciano aperta la porta a qualsiasi altra distante località spaziale.
Il capo del progetto, Patrick McClure ha infatti dichiarato alla fine di Luglio, che potrebbero essere pronti per il primo volo spaziale entro i prossimi 3 anni. La dichiarazione è avvenuta durante la presentazione del progetto, ma non vi è ancora stata una comunicazione ufficiale da parte della NASA.
Di certo una piccola stazione nucleare potrebbe essere di fondamentale importanza nell’ottica di una missione umana sul Pianeta Rosso. Potrebbe infatti alimentare tutte le strumentazioni, mantenere attivi gli impianti di illuminazione ed i servizi per eventuali astronauti presenti su Marte o, perché no, anche sulla Luna. Un solo prototipo di Kilopower, grande come un frigorifero e adatto per il trasporto su un razzo, è in grado di alimentare l’equivalente di otto abitazioni sul nostro di Pianeta.
L’impiego di energia nucleare per le missioni spaziali non è una novità per le agenzie spaziali e soprattutto per la NASA. Sistemi alimentati ad energia nucleare sono infatti già stati usati per la propulsione e per il funzionamento di alcuni veicoli spaziali. Tra questi vi sono il rover Curiosity ed il rover Mars.
I test effettuati per il Kilopower sulla terra nei due anni scorsi, hanno già ottenuto buoni risultati. Nel test del 2018, il generatore nucleare, equipaggiato con tecnologia Stirling, è riuscito a convertire il calore sviluppato dalla fissione nucleare con un efficienza del 30%. Un rendimento quindi molto più alto rispetto ai tradizionali generatori di corrente elettrica attualmente in uso nelle missioni spaziali.
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