News

Materia oscura, sviluppata una nuova teoria sulla sua origine

Un recente studio dell’Università di Melbourne propone una nuova teoria sull’origine della materia oscura, aiutando gli sperimentatori nella ricerca della misteriosa nuova materia. Il lavoro è stato pubblicato su Physical Review Letters e descrive come l’espansione delle bolle nell’universo primordiale possa essere la chiave per comprendere questo elemento

“Il nostro meccanismo proposto suggerisce che l’abbondanza di materia oscura potrebbe essere stata determinata in una fase di transizione cosmologica”, ha detto il dottor Michael Baker, ricercatore post-dottorato presso l’Università di Melbourne e uno degli autori. “Si prevede che queste transizioni di fase abbiano avuto luogo nell’universo primordiale e possano essere simili alle bolle di gas che si formano nell’acqua bollente. Dimostriamo che è naturale aspettarsi che le particelle di materia oscura trovino molto difficile entrare in queste bolle, il che dà un nuova spiegazione per la quantità osservata nell’universo.”

 

Come ha avuto origine la materia oscura?

Sebbene molti esperimenti abbiano cercato particelle di essa, nessuno ha ancora avuto successo. La maggior parte degli esperimenti ha cercato principalmente particelle massicce a interazione debole, che è stata per decenni la candidata preferita della materia oscura. Tuttavia, questi esperimenti non hanno ancora visto nulla, il che motiva davvero i teorici a pensare fuori dagli schemi.

“Sappiamo che la materia oscura è là fuori, ma non sappiamo molto altro”, ha detto il dottor Baker. “Se si tratta di una nuova particella, allora ci sono buone possibilità che potremmo effettivamente rilevarla in un laboratorio. Potremmo quindi definire le sue proprietà, come la sua massa e le sue interazioni, e imparare qualcosa di nuovo e profondo sull’universo”.

La ricerca, che è stata condotta in collaborazione con il professor Andrew Long della Rice University, in Texas, e il professor Joachim Kopp del CERN e dell’Università di Mainz, indica la strada per nuove strategie sperimentali per la ricerca su questo argomento. “Un aspetto interessante dell’idea è che funziona per particelle di materia oscura che sono molto più pesanti della maggior parte degli altri candidati, come le famose particelle massicce a interazione debole, su cui si sono concentrate la maggior parte delle ricerche sperimentali in passato”, ha detto il professor Kopp. “Il nostro lavoro, quindi, motiva l’estensione delle ricerche di materia oscura verso masse più pesanti”.

Foto di Free-Photos da Pixabay

Francesco Borea

Studente universitario Appassionato di tecnologia

Recent Posts

La dopamina e il cuore: un legame cruciale nella risposta allo stress

La dopamina, spesso associata al piacere e alla ricompensa, svolge un ruolo chiave non solo nel cervello, ma anche nella…

20 Dicembre 2024

Recensione Hands-On: Beyerdynamic Aventho 300

Beyerdynamic ha portato il suo rinomato approccio ingegneristico da studio nel mondo wireless con le Aventho 300, delle cuffie over-ear…

20 Dicembre 2024

Sviluppato il primo occhio bionico: ripristina la vista bypassando i nervi ottici danneggiati

Il mondo della scienza ha raggiunto un traguardo rivoluzionario con lo sviluppo del primo occhio bionico capace di ripristinare la…

20 Dicembre 2024

Neuroscienza dello shopping: cosa ci spinge a comprare?

Le nostre scelte d'acquisto non sono mai completamente razionali. Dietro ogni decisione di acquisto, infatti, si nasconde un complesso intreccio…

19 Dicembre 2024

Recensione Synology BeeStation: il prodotto per creare un cloud personale

Synology è azienda conosciuta in tutto il mondo per la produzione di dispositivi legati al segmento NAS, di cui vi abbiamo ampiamente…

19 Dicembre 2024

Una svolta nella ricerca dei numeri primi: scoperto un nuovo metodo

La matematica dei numeri primi, da sempre fonte di fascino e mistero, ha appena compiuto un importante passo in avanti.…

19 Dicembre 2024