Un nuovo studio, guidato da un team di biologi evoluzionisti di Toronto, ha scoperto che le lucertole Anolis, o Anole, sono in grado di respirare sott’acqua attraverso un meccanismo, simile ad una bolla proprio sul naso dell’animale. Queste specie di lucertole sono tipiche delle Americhe Latine. Sono specie semi acquatiche che si immergono spesso sott’acqua per sfuggire ai predatori e riescono a rimanerci per almeno 18 minuti.
Le anole semi acquatiche espirano l’aria attraverso una bolla che si attacca alla loro pelle. Successivamente inalano di nuovo l’aria, un meccanismo che viene chiamato rebreathing, dopo la tecnologia delle immersioni subacquee. I ricercatori hanno misurato il contenuto di ossigeno nelle bolle e hanno scoperto che è diminuito nel tempo, confermando che l’aria respirata è coinvolta nella respirazione stessa.
Molto probabilmente questo meccanismo si è evoluto perché la capacità di rimanere sommersi più a lungo aumenta la possibilità delle lucertole di evitare i predatori. Durante lo studio i ricercatori hanno analizzato sei specie di anole semi acquatiche e hanno evidenziato che tutte queste specie hanno come tratto comune questo meccanismo di respirazione pur non essendo imparentate.
Questo meccanismo non era minimamente previsto nelle lucertole a causa delle molteplici differenze tra artropodi e vertebrati. Tuttavia lo studio mostra che questo è possibile e che le anole hanno implementato questa strategia ripetutamente quando utilizzano habitat acquatici. Il tratto di respirazione potrebbe essersi sviluppato perché la pelle delle anole è idrofobica, una caratteristica che probabilmente si è evoluta nelle anole perché le protegge dalla pioggia e dai parassiti.
Nell’acqua le bolle d’aria si adattano sulla pelle e la capacità di sfruttare queste bolle per respirare si è sviluppata di conseguenza. Sebbene ci sia bisogno di ulteriore lavoro e studio, il team suggerisce alcuni modi in cui questo meccanismo può funzionare. Nel modo più semplice, la bolla d’aria sul muso di una lucertola si comporta probabilmente come una bombola da sub, fornendo a un animale sommerso una scorta d’aria oltre all’aria nei suoi polmoni.
Questo è ciò che fanno i coleotteri acquatici per prolungare il tempo in cui possono rimanere sommersi. Inoltre viene suggerito che la respirazione facilita l’uso dell’aria che si trova nei passaggi nasali, nella bocca e nella trachea di una lucertola. La bolla può aiutare a liberare l’anidride carbonica di scarto dall’aria espirata attraverso un processo già osservato negli artropodi acquatici. Questi studi hanno concluso che, poiché la CO2 è altamente solubile in acqua e poiché il livello di quest’ultima nelle bolle è più alto che nell’acqua circostante, la CO2 espirata si dissolve nell’acqua circostante invece di essere respirata di nuovo.
Gli autori infine ipotizzano che la bolla faccia da branchia e assorba l’ossigeno dall’ acqua. Tuttavia stanno ancora analizzando se questo processo si presenti anche nelle anole. Questo lavoro arricchisce la comprensione dei modi creativi e inaspettati in cui gli organismi affrontano le sfide poste dai loro ambienti. Questo è di per sé prezioso, ma scoperte come questa possono anche essere preziose per gli esseri umani mentre cerchiamo soluzioni al nostro propri problemi impegnativi.
Foto di Margaret Van de Pitte da Pixabay
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