Alcuni ricercatori hanno trovato prove di inquinamento microplastico sul Monte Everest. Mentre le più alte concentrazioni erano intorno al campo base, dove gli escursionisti trascorrono la maggior parte del tempo, il team ha anche trovato microplastiche appena sotto la vetta.
Il Monte Everest è stato descritto come “la discarica più alta del mondo“. Le microplastiche non sono mai state studiate sulla montagna prima, ma sono generalmente altrettanto persistenti e tipicamente più difficili da rimuovere rispetto ai detriti più grandi. Rappresentano un’enorme minaccia ecologica perché sono facilmente consumate dagli animali e sono così piccole che sono difficili da pulire.
Le microplastiche sono comuni nell’oceano, ma non sono studiate così attentamente sulla terraferma, in particolare sulle cime delle montagne remote. L’Everest è un luogo che abbiamo sempre considerato remoto e incontaminato. Sapere che stiamo inquinando vicino alla cima della montagna più alta è una vera rivelazione.
I campioni hanno mostrato quantità significative di fibre di poliestere, acrilico, nylon e polipropilene. Questi materiali sono utilizzati per fare in modo che gli scalatori utilizzino così come tende e corde da arrampicata, quindi sospettiamo fortemente che questi tipi di articoli siano la principale fonte di inquinamento piuttosto che cose come contenitori di cibo e bevande.
Sebbene questo studio abbia chiaramente dimostrato la presenza di microplastiche sul Monte Everest, resta da vedere il modo migliore per pulire questo inquinamento. Attualmente, gli sforzi ambientali tendono a concentrarsi sulla riduzione, il riutilizzo e il riciclaggio di elementi di rifiuti più grandi.
Questo è importante, ma dobbiamo concentrarci su soluzioni tecnologiche più profonde incentrate sulle microplastiche; cambiare il design del tessuto e incorporare fibre naturali invece di plastica quando possibile. I ricercatori sperano inoltre che il loro lavoro aiuti a chiarire fino a che punto l’inquinamento da plastica mette a rischio tutti gli ambienti, non solo l’oceano.
Foto di Simon Steinberger da Pixabay
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