Grazie ad una collaborazione con l’Università della California, i ricercatori dell’Istituto di Scienze Biomediche dell’USP hanno scoperto che la molecola di serinequinone, capace di uccidere le cellule tumorali di melanoma, può anche essere efficace nel trattamento delle cellule chemioresistenti.
Secondo la professoressa Leticia Lotufo del Dipartimento di Farmacologia dell’ICB, che ha contribuito a scoprire gli effetti della molecola, la ricerca attuale indica che il seriniquinone può diventare una terapia importante per i pazienti che sviluppano resistenza ai trattamenti convenzionali. Il primo studio sul seriniquinone è stato pubblicato nel 2014 nella rivista Proceedings of National Academy of Sciences (PNAS).
La scoperta della molecola fu guidata dal professor William Fenical, che oggi lavora in collaborazione con il laboratorio del professor Letícia per cercare una terapia efficace dalla molecola. “Il seriniquinone è molto insolubile, che è un problema quando viene applicato perché non è distribuito nel corpo. La sfida è stata quella di effettuare trasformazioni nella molecola per migliorarne le proprietà e, quindi, poterla testare sugli animali“, spiega.
Attualmente, il team di Leticia Lotufo lavora con una molecola analoga, che ha migliorato le caratteristiche fisico-chimiche ed è molto più solubile dell’originale. Questa “nuova” molecola è stata testata su cellule tumorali resistenti – cellule di melanoma con mutazioni nella proteina B-Raf che hanno sviluppato resistenza al trattamento con inibitori selettivi per questa proteina. Ciò si verifica in circa il 50% -60% dei casi e, secondo il ricercatore, fa sì che il trattamento smetta di funzionare. In questi casi la malattia può tornare anche più gravemente.
Con questi test, i ricercatori hanno scoperto che anche nelle cellule tumorali resistenti non si perde l’effetto del seriniquinone. Questo perché il suo meccanismo d’azione non ha alcuna relazione con la proteina B-Raf, ma con la proteina dermicidina. “La dermicidina è responsabile della promozione della sopravvivenza della cellula tumorale e la molecola seriniquinone inibisce il suo funzionamento, provocando la morte cellulare“, spiega l’insegnante.
Il laboratorio di Leticia Lotufo cerca nuove possibilità per i farmaci antitumorali all’interno della biodiversità brasiliana, analizzando principalmente le sostanze di origine marina. L’azione consiste nel raccogliere i batteri da diversi punti della costa brasiliana e isolare le sostanze presenti in questi stessi batteri, per testarne l’effetto sulle cellule tumorali. Nel caso del seriniquinone, il passo successivo è quello di continuare ad analizzare il suo effetto sulle cellule resistenti dai test sulla pelle umana e sulle pelli di animali, in modo da poter considerare lo sviluppo della terapia complementare.
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