Un gruppo di ricercatori hanno studiato e analizzato, nel progetto “mummia di Varsavia”, la prima mummia egizia antica incinta al mondo. Risalente al 1 secolo avanti Cristo e all’inizio era stata confusa con la figura di un sacerdote maschio, ma dopo esami accurati si è scoperto che si trattava appunto di una donna di circa 30 anni con un feto di circa 26-30 settimane.
Secondo i ricercatori la donna dovrebbe appartenere ad una classe di alto lignaggio grazie al modo in cui è stata imbalzamata e dai numerosi ricchi amuleti che aveva addosso. Le mummie Egizie sono un’ottima fonte per conoscere al meglio la popolazione. Forniscono informazioni su come era la vita reale nell’Antico Egitto e sui culti per quanto riguarda la sepoltura.
Grazie a tecniche avanzate le mummie possono offrirci numerose informazioni sull’età, sulle cause della morte e il tenore di vita. Quali sono tuttavia le tecniche avanzate per studiare le mummie? Lo studio può essere diviso in due fasi: la prima non invasiva, la seconda, molto più complicata comprende test di laboratorio. La prima fase comprende la tomografia, raggi x e l’analisi macroscopica dei metodi di mummificazione e lo stato di conservazione dei tessuti.
La seconda fase, come già detto, è molto più complicata e vengono fatti test di laboratorio con test invasivi per prelevare piccoli pezzetti di tessuti. Questi test sono utili e necessari in quanto sono in grado di scoprire malattie esistenti, varie tipologie di cancro, malattie metaboliche e lesioni e fratture. Dalle incisioni sul sarcofago la donna era stata scambiata con un maschio e proprio grazie alle tecniche avanzate si è scoperto che la figura non abbia organi intimi maschili, ma femminili. I ricercatori sono rimasti esterefatti quando hanno visto il piedino del feto.
Soprannominata “la signora del mistero” in quanto ancora non si è venuti a conoscenza di chi fosse e e da dove venisse esattamente. Tuttavia l’incredibile ritrovamento di una mummia incinta getta luce su come era la gravidanza ai tempi antichi e sulle tradizioni e sui culti egizi. Questo è il primo caso noto di un corpo imbalsamato incinta. Apre nuove possibilità di ricerca sulla gravidanza in tempi antichi e pratiche legate alla maternità. È necessario un approccio critico all’interpretazione delle mummie egizie, poiché molte di loro non corrispondono alle loro bare. La scoperta apre domande relative allo stato del feto nell’antica religione e società egiziane.
Ph. Credit: Twitter
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