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La NASA trova segni di grandi inondazioni su Marte risalenti a 4 miliardi di anni fa

Il rover Curiosity della NASA ha scovato alcune increspature all’interno del cratere Gale di Marte che porterebbero a pensare ad eventi di inondazioni risalenti a quattro miliardi di anni fa. La scoperta confermerebbe una remota possibilità che un tempo esistesse la vita sul pianeta. I ricercatori della Jackson State University, della Cornell University e della University of Hawaii hanno collaborato con la NASA per esaminare i dati sui sedimenti raccolti da Curiosity.

La “mega-alluvione” – come nominata dai ricercatori – potrebbe essere stata causata da un asteroide o una cometa che ha colpito il pianeta, riscaldando e liberando il ghiaccio immagazzinato sulla superficie marziana. L’acqua fino a 78 piedi di profondità ha infuriato attraverso il cratere a 32 piedi al secondo, lasciando dietro di sé gigantesche increspature che sono strutture rivelatrici familiari agli scienziati sulla Terra.

Sulla Terra dove si trova l’acqua “c’è vita” e dunque su Marte quattro miliardi di anni fa potrebbe essersi sviluppata la vita microbica. Le increspature create dalle inondazioni – note anche come antidune – sono alte fino a 30 piedi e si diffondono a circa 450 piedi l’una dall’altra. Come nel caso della Terra, le caratteristiche geologiche, incluso il lavoro dell’acqua e del vento, sono state congelate nel tempo su Marte per circa quattro miliardi di anni – trasmettendo processi che hanno modellato la superficie di entrambi i pianeti in un lontano passato.

 

Lo scoppio della “mega-alluvione”

Le antidune osservate nei dati di Curiosity sono identiche alle caratteristiche formate dallo scioglimento del ghiaccio sulla Terra circa due milioni di anni fa. Su Marte il rilascio delle scorte di acqua ghiacciata probabilmente ha richiesto un evento di impatto significativo che ha rilasciato anidride carbonica, metano e ghiaccio sotto forma di vapore acqueo. Il vapore acqueo e i gas si sono combinati per produrre un breve periodo caldo e umido che avrebbe potuto portare allo sviluppo della vita, così affermano i ricercatori.

La condensazione del calore generato dall’impatto ha probabilmente formato nuvole di vapore acqueo che hanno creato piogge torrenziali, forse in tutto il pianeta. Uno studio precedente, utilizzando anche i dati di Curiosity, ha rivelato prove di tempeste che hanno riempito laghi e fiumi di pioggia sul pianeta, circa quattro miliardi di anni fa. In un caso quell’acqua è entrata nel cratere Gale e, quando combinata con l’acqua che scendeva dal Monte Sharp, ha prodotto gigantesche inondazioni improvvise.

Questo ha lasciato depositi di creste di ghiaia che circondano il cratere che possono essere visti oggi sul Pianeta Rosso e ha aiutato il team a calcolare la scala della “mega-alluvione”. Il team scientifico del rover Curiosity ha già stabilito che il cratere Gale una volta aveva laghi e ruscelli persistenti in passato. Questi specchi d’acqua longevi sono buoni indicatori che il cratere, così come il Monte Sharp al suo interno, erano in grado di sostenere la vita microbica. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports.

Ph. Credit: NASA JPL

Marco Inchingoli

Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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