Tornare sulla Luna: i piani della NASA per accelerare la missione

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Come ben sappiamo i piani del governo statunitense, o almeno parte di quest’ultimo, e quindi anche dell’agenzia spaziale è quello di tornare sulla Luna, di riportare l’uomo sul nostro satellite e non sono qualche robot/lander/rover; a dire il vero per il Trump la priorità è quella di far si che sarà una donna a rimettere il piede per la prima volta sulla superficie deserta. Il piano è farlo entro cinque, ma ovviamente sembra un pochino irrealistico eppure le ultime dichiarazioni sembrano invece voler accelerare la missione.

Ovviamente i viaggi spaziali costano parecchio e questo è una cosa già risaputa fin da primi anni ’60. Se una volta questi fondi venivano presi attraverso le tasse causando quindi un malcontento abbastanza dilagante. Per evitare questo scenario, a questo la NASA sta cercando partner e sponsor così da ammortizzare sui fondi ricevuti direttamente dal governo. Questa settimana ci sarà una riunione il cui scopo avrà la richiesta di un budget di diversi miliardi di dollari per l’anno 2020.

 

La NASA e la Luna

Per convincere l’entrata di nuovi soldi ci vuole un piano che funzioni ed è quello che è stato mostrato al 35° simposio spaziale. L’agenzia andrà avanti in un approccio in due fasi che saranno caratterizzate dall’uso dello Space Launch System e Orion, lander lunari e la famosa Stazione Spaziale Lunare Gateway; qualche settimane fa era stato pubblicati i progetti, ma alla fine risulterà più contenuta.

Ecco una dichiarazione di Bill Gerstenmaier, uno degli amministratori della NASA: “Ora stiamo prendendo i piani che abbiamo in atto e vediamo come possiamo accelerarli. La cosa buona è che mostreremo e dimostreremo che l’architettura che abbiamo tracciato, i piani che abbiamo messo in atto, sono adattabili e saremo in grado di continuare ad andare avanti.

Il tentativo di accelerare il tutto non è stato appreso molto meglio, in realtà, dagli investitori. Già il fatto di ridurre il tempo costerà il sopracitato ridimensionamento della stazione spaziale. In merito è stato riposto questo: “Quello che mi sto assicurando di fare è comunicare l’importanza di queste partnership internazionali e che la nuova agenda non lo cambierà in alcun modo.

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