L’esplorazione spaziale non è solo una questione scientifica, ma è anche politica e a dire il vero si potrebbe anche dire che è soprattutto politica visto il passato. Ai tempi della guerra fredda era un modo di dimostrare alla parte avversaria quanto si era potenti e anche nei tempi attuali sembra per qualcuno essere tornati allo stesso obiettivo. Oltre a questo punto ce n’è un altro che ritorna ovvero quello dei costi, proibitivi allora e proibitivi adesso.
Ovviamente ci stiamo concentrando sull’agenzia spaziale statunitense e sul fatto che l’attuale governo vuole far tornare l’uomo sulla Luna, ma il parlamento sembra al quanto contrario, non per una questione ideologica, ma più che altro monetaria. Recentemente la stessa NASA ha rilasciato il budget per le missioni futuri e ci sono stati alcuni aggiustamenti e alcuni stravolgimenti che potrebbero ritardare proprio alcune missioni.
Razzi riusabili e altre priorità
La riduzione del budget sarebbe del 17% il quale andrà ad influire sullo sviluppo e la costruzione del razzo Space Launch System il quale sarebbe dovuto essere il mezzo principale per il ritorno sulla Luna. Questo scelta è stata fatta, paradossalmente, per far concentrare gli sforzi proprio su tale progetto e in un certo senso obbligare l’uso di razzi commerciali di altre compagnie private come SpaceX.
Il futuro in realtà è proprio questo ovvero una tecnologia riutilizzabile che permette un risparmio esagerato nel tempo; questa scelta verrà usata anche per la messa in orbita della futura Gateway. Il razzo SLS sarà il più grande mai costruito, ma non sarà possibile riutilizzarlo e finora è costato 12 miliardi di dollari e ne costerà 2 miliardi ogni anno da qui in avanti.