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Nuovo studio: i materiali prodotti dall’uomo prevalgono sugli esseri viventi

In un’ipotetica gara tra l’uomo e la natura, l’uomo sarebbe in vantaggio. Secondo un nuovo studio, la massa di tutti i materiali prodotti dall’uomo – cemento, acciaio, asfalto – supera la massa di tutti gli esseri viventi del pianeta. Effettivamente, l’uomo sta costruendo edifici, strade, veicoli e prodotti a un ritmo che raddoppia ogni 20 anni, portando a una “giungla di cemento” che si prevede supererà i 2 milioni di tonnellate o il doppio della massa degli esseri viventi entro il 2040.

 

I materiali e le strutture artificiali rischiano di soffocare gli esseri viventi

Secondo lo studio, pubblicato lo scorso mercoledì nella rivista britannica Nature, l’umanità è diventata una forza dominante nel plasmare la faccia della Terra. Lo studio mostra che, a partire dal 2020, tutti i materiali prodotti dall’uomo pesano circa 1,1 trilioni di tonnellate.

Il coautore dello studio Ron Milo, dell’istituto israeliano Weizmann Institute of Science, ha dichiarato che lo studio fornisce una sorta di grande fotografia del pianeta nel 2020. Il messaggio, sia per i politici che per tutti, è che non possiamo ignorare il nostro ruolo di esseri minuscoli in confronto al nostro enorme pianeta e che, ciononostante, siamo già un attore importante in questa dinamica e da questo deriva una responsabilità collettiva.

Oggi, gli edifici e le strade costituiscono la maggior parte della massa prodotta dall’uomo; altri esempi sono i materiali plastici e i macchinari. Non è sempre stato così, naturalmente: nel 1900, la massa prodotta dall’uomo era pari solo al 3% circa della biomassa totale.

Lo studio indica che non solo noi esseri umani abbiamo quadruplicato il nostro numero negli anni successivi, ma che la quantità dei nostri prodotti ha superato di gran lunga la crescita della popolazione. Oggi, in media, per ciascuno dei 7,7 miliardi di abitanti della Terra, ogni settimana produciamo una quantità di massa artificiale superiore al suo peso corporeo.

Ph. credits: Daniel Leal-Olivas/AFP/Getty Images – The Guardian

Gloria Fiorani

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