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Obesità infantile: in aumento sia nei paesi ricchi che in quelli poveri, ma con delle differenze

L’obesità infantile non è un problema che riguarda solo i paesi più ricchi del mondo, ma una piaga che si sta diffondendo nei paesi più poveri, ovviamente con un occhio di riguardo a quelli più in forte crescita. Tra i due mondi però ci sono delle differenza, cause diverse dovute a differenti fattori.

Secondo uno studio portato avanti da alcuni scienziati di Yale su 200 paesi, i dati relativi a questa malattia è aumentata. Nel 1975 il tasso a livello globale dell’obesità pediatrica era del 4% mentre nel 2016 è arrivato a 18%. In generale, 50 milioni di ragazze e 74 milioni di ragazzi. Sono aumentati soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in Asia Meridionale, Medio Oriente e Nord Africa.

All’aumento dei tassi di obesità, aumentato anche i casi di malattie ad esso collegate, come il diabete di tipo 2; gli ultimi dati parlano di un aumento del 4,8%. L’obesità aumenta anche il rischio dell’insorgenza di malattie metaboliche.

 

L’obesità nei paesi ricchi e nei paesi poveri

Se nei paesi come gli Stati Uniti è legato all’abitudine di mangiare certi tipi di cibo come al fatto che risultano molto più economici dei prodotti più salutari. Un aumento che comunque viene combattuto dai tentativi dei governi di ridurre tale trend, una migliore consapevolezza del problema che dovrebbe portare a un miglioramento nel lungo periodo.

Nei paesi più poveri il discorso è diverso. Il consumo di zucchero è legato principalmente alle bevande che non sono acqua. In molti casi non è presente l’accesso all’acqua potabile quindi si consumano queste bevande con più facilità in concomitanza con la malnutrizione che accentua il problema.

Giacomo Ampollini

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