Omicron si evolve: nuova versione del ceppo di coronavirus

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La variante Omicron del coronavirus è stato identificata molto di recente, ma è ovvio che ha avuto diverso tempo per girare incontrollata, soprattutto in Sud Africa dove si è originata e dove i controlli sono meno immediati e precisi. Il risultato è che apparentemente la suddetta ha già trovato il tempo di dare vita a una nuova versione di sé. Il lignaggio in questione ha preso il nome di BA.2 e finora sono stati identificati sette casi nel mondo. C’è un problema però andando oltre a questi numeri, è più difficile da rintracciare.

La nuova Omicron ha di fatto mutato perdendo un gene in particolare che consentiva di identificare la variante differenziandola dalle altre già presenti. Oltre a questo, il comportamento delle due potrebbe risultare molto diverso e non è chiaro come questo pesare sulla nuova ondata di infezioni a livello globale. Detto ciò, alcuni esperti sono ottimisti e affermano che il nuovo lignaggio non è necessariamente più pericoloso, ma è presto per dirlo.

 

Una nuova versione di Omicron

Cosa significa aver perso la mutazione sopra citata? In sostanza, un normale test PCR è comunque in grado di rilevare la presenza del virus nell’organismo, ma non è in grado di distinguerla dalle altre varianti. In sostanza, per saperlo bisogna fare test più approfonditi e questo porterà a spendere più tempo nel rintracciare i vari casi impedendo un’efficacia controllo della diffusione. Il risultato è che in poco la variante potrebbe diventare quella dominante.

Questa situazione rende ancora più importante fare affidamento sui vaccini. Come ormai tutti i dati statistici mostrano, la maggior parte delle persone ospedalizzate e dei decessi sono legati a persone che non hanno ricevuto nessuna dose di tali trattamenti, per scelte o per cause di forza maggiore.

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