Ci siamo mai chiesti quali sono le origini del ritmo musicale e quindi della musica? Un approccio alla biologia e all’evoluzione della musica consiste nel trovare tratti musicali comuni tra le specie. Queste origini possono essere spiegate, secondo uno studio, grazie a un lemure in via d’estinzione. Nello specifico stiamo parlando dell’Indri Indri, una specie in via d’estinzione che vive nel Madagascar.
Le categorie di ritmo prominenti includono quelle con intervalli correlati da piccoli rapporti interi, come 1:1, isocronia e 1:2, che si traduce come alcune note sono lunghe il doppio di quelle adiacenti. Lo studio quindi combina gli approcci comparativi e statistici universali, verificando l’ipotesi che categorie ritmiche e piccoli rapporti interi dovrebbero apparire in specie che mostrano canto di gruppo coordinato.
I lemuri dimostrano che queste categorie ritmiche fanno parte non solo ed esclusivamente degli umani, ma anche di alcune specie di mammiferi. Secondo questo recente studio, questa specie in via d’estinzione è l’unico nel regno animale che può replicare questo ritmo iconico. Si parla di un linguaggio ritmico condiviso tra gli umani e questa rara creatura, suggerendo che gli umani non sono gli unici mammiferi a godere di un ritmo ben sincronizzato.
Prendere in analisi questo animale in via d’estinzione potrebbe essere alquanto strano per un esperimento musicale. Tuttavia i ricercatori lo hanno preso in considerazione perché è l’unica specie con straordinarie doti canore. Non cantano cose a caso, bensì i loro canti contengono frasi specifiche, una buona indicazione di ritmi categoriali, quando gli intervalli tra le note non si verificano in modo uniforme, ma in modo deliberato.
I ritmi categoriali possono informare l’organizzazione temporale per un segnale acustico, piuttosto che la musica stessa. Pensiamo ad esempio ai ritmi scanditi di un’orologio che ticchetta. Ovviamente questi ritmi non possono essere definiti musica, ma gli intervalli di una canzone vengono definiti come musica stessa. I ricercatori hanno registrato il canto degli indri in natura per confermare scientificamente la loro impressione, quindi hanno misurato gli intervalli tra le note musicali del lemure usando rapporti matematici.
Le note musicali che hanno intervalli della stessa lunghezza avrebbero un rapporto di 1:1 – un intervallo più uniforme simile a un orologio. Tuttavia se una nota ha metà dell’intervallo di una nota precedente, il rapporto sarebbe 1:2, un rapporto più piccolo e meno uniforme. Questi rapporti indicano alcuni aspetti della musicalità umana rari in altre specie animali. Proprio per questo l’obiettivo principale dello studio è quello di trovare questi rapporti musicali nel canto di lemure, che sembrerebbe essere un punto di svolta importante.
I ricercatori hanno scoperto che gli intervalli tra le note musicali dei lemuri non erano distribuiti uniformemente, in modo simile alla musica umana. Trovando questi due rapporti in questa specie rende il loro canto ancora più particolare e speciale. Nonostante le diverse differenze linguistiche il mondo parla un linguaggio universale: il ritmo musicale. Gli esseri umani sono naturalmente in sintonia con la raccolta e la promozione dei ritmi, permettendoci di creare musica.
Finora, gli umani pensavano di essere soli nella nostra capacità di costruire un ritmo categorico con schemi musicali unici. Con questi risultati in mano, i ricercatori sono un passo avanti verso la scoperta delle origini evolutive del ritmo stesso. Se il pubblico in generale diventa consapevole delle capacità ritmiche dell’animale, potrebbe stimolare gli sforzi di conservazione, in modo simile a come i canti delle balene hanno spinto il movimento “Save the Whales” negli anni ’70.
Foto di Magda Ehlers da Pexels
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