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Oumuamua, l’oggetto interstellare potrebbe essere un “coniglietto di polvere”

Da quando è stato avvistato, l’oggetto interstellare Oumuamua ha incuriosito e perplesso gli scienziati. Ora, è emersa una nuova teoria secondo cui la roccia spaziale a forma di sigaro possa effettivamente essere un “coniglietto di polvere”. Qui sulla Terra il “Dust Bunny” è un termine inglese che si usa per indicare quegli ammassi di polvere e detriti che si formano attraverso l’elettricità statica e che fluttuano sotto i mobili delle nostre case. Secondo il nuovo studio, gli scienziati pensano che Oumuamua, sia un ammasso di polvere cosmica, ma in scala molto più grande.

Lo studio, condotto da Jane Luu, astronomo dell’Università di Oslo in Norvegia, suggerisce che la roccia spaziale interstellare potrebbe essersi formata dalla polvere portata via dal nucleo di una cometa al di fuori del nostro sistema solare. Questa roccia sarebbe stata spinta attraverso lo spazio dalla radiazione solare e alla fine avrebbe fatto un incursione nel nostro sistema.

Dopo che gli scienziati hanno scoperto Oumuamua nel 2017, hanno formulato una miriade di teorie su ciò che potrebbe essere l’oggetto, come si è potuto formare e come sta viaggiando così velocemente attraverso lo spazio. Le teorie che circondano l’oggetto hanno preso in considerazione la strana forma a sigaro di Oumuamua e la sua alta velocità, che è di circa 57.000 mph (92.000 km/h).

I ricercatori hanno proposto che forse l’oggetto è composto da idrogeno solido che trasformandosi in gas in presenza di una stella funziona da propulsione spingendo Oumuamua in avanti. Alcuni scienziati hanno suggerito che forse l’oggetto, che sembra a forma di sigaro, fosse in realtà più simile a un disco. Altri ancora si chiedevano se la roccia potesse essere una nave aliena costruita da una specie intelligente.

Secondo il nuovo studio, Oumuamua nato dalla rottura del nucleo di una cometa

Nella nuova ricerca, Luu e il suo team hanno suggerito che un grosso pezzo di roccia potrebbe aver rotto il nucleo della cometa e, quando le particelle di polvere e gas fluirono via dal nucleo, si sarebbero attaccate al frammento roccioso, formando infine Oumuamua . Con il passare del tempo, man mano che il frammento cresceva, il gas che scorreva dalla cometa avrebbe eventualmente spinto la roccia polverosa nello spazio.

Gli scienziati sospettano che la cometa originale fosse una cometa di “lungo periodo”, che impiega molto tempo per girare intorno alle loro stelle e viaggiare abbastanza lontano da loro. A causa della debole gravità della cometa, la pressione della radiazione, i ricercatori pensano che l’oggetto si sia separato dalla sua cometa madre lungo una traiettoria nello spazio interstellare, conducendolo infine in una breve deviazione attraverso il nostro sistema solare.

Luu pensa che con tecnologie di rilevamento del cielo come il telescopio Pan-STARRS 1 (Panoramic Survey Telescope and Rapid Response System), che ha individuato per la prima volta Oumuamua nel 2017, inizieremo a vedere sempre più intrusi interstellari come Oumuamua. Il telescopio Pan-STARRS 1 alle Hawaii, situato sulla cima del vulcano Haleakala di Maui, è una centrale elettrica per la caccia alla roccia spaziale che può vedere oggetti estremamente deboli come Oumuamua.

Osservare nuovi viaggiatori interstellari è vitale, poiché il ritmo veloce di Oumuamua significa che gli scienziati sono stati in grado di osservarlo nel nostro sistema solare solo per poche settimane. Individuando nuovi oggetti, gli scienziati potrebbero anche vedere se si sono formati nel modo proposto dal team di Luu. Questo lavoro è stato pubblicato sull’Astrophysical Journal Letters.

Marco Inchingoli

Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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